A volte può essere necessario procedere al ridimensionamento di un’immagine. Il problema è che, all’atto pratico, questo compito – solo apparentemente banale – non è così facile come si pensa: quando un’immagine viene rimpicciolita, infatti, la risoluzione aumenta, mentre – inversamente – quando la si ingrandisce, l’effetto sgranato è dietro l’angolo. Ecco come rimediare.
In genere vi sono due tipi di immagine. Quelle vettoriali, descritte appunto con grafica vettoriale, che hanno il pregio di poter essere ingrandite quanto lo si desidera senza che esse perdano di qualità visiva: e, poi, vi sono quelle bitmap che, essendo descritte con grafica raster, e quindi strutturate a scacchiera, allorché vengono ingrandite, presentano l’antiestetica sgranatura della quale abbiamo poc’anzi accennato.
Tuttavia, in giro per la Rete, non è proibitivo imbattersi in programmi che consentono di ingrandire le proprie immagini mantenendo un accettabile livello di qualità visuale. Uno di questi, ad esempio, è il gratuito “Reshade Image Enlarger” che può essere scaricato dal sito istituzionale della società sviluppatrice, la Reshade: una volta installato secondo le impostazioni predefinite consigliate, tale programma – alla sua prima apertura – ci mostra, con un confronto immediato, ciò di cui è capace.
Per utilizzarlo al fine, appunto, di ingrandire un’immagine (una porzione della medesima, grazie alla feature “ritaglia”, o anche una serie di immagini, grazie alla funzione di elaborazione “batch”), è sufficiente aprire una foto, o un file grafico, col comando Apri del menu File. In seguito, tra le opzioni principali, andranno impostate la lunghezza e la larghezza che si vuole ottenere per l’immagine da trattare: in ultima istanza, il risultato – che potremo sempre osservare in tempo reale grazie all’anteprima istantanea – potrà essere migliorato riducendone il rumore e/o gli artefatti, variandone la precisione, o alterando il livello della texture. Esistono anche le opzioni avanzate e, tra esse, quelle più interessanti sono relative all’aumento della precisione (da attuare solo se l’immagine non si è sgranata troppo), e alla sfumatura gradiente (da adottarsi, invece, solo nei casi in cui, avendo esagerato col ridimensionamento, si notasse un’immagine non troppo pulita).
Ovviamente, un’immagine ingrandita peserà di più: occorre comprimerla ma, nel farlo, è meglio lasciare la relativa impostazione settata, come di default, sul valore “ottimale” che, in genere, va bene per la maggior parte dei casi. In seguito, concluse tutte le elaborazioni del caso, potremo salvare l’immagine ingrandita e gustarla in ogni particolare tramite un visualizzatore di foto (magari quello di default in Windows).