La storia del senzatetto Johnny dimostra che tutti meritano una casa (1 / 2)

La storia del senzatetto Johnny dimostra che tutti meritano una casa

Dagli inizi della sua avventura sul pianeta Terra fino all’epoca attuale, l’essere umano ha subito dei cambiamenti straordinari dal punto di vista sociale: come specie siamo passati dal cacciare animali con pietre scheggiate e mangiarne le carni crude, svegliandoci col solo scopo di sopravvivere un giorno di più, ai viaggi sulla Luna, ai computer, alle futuristiche cure sperimentali per le patologie più disparate…eppure ci sono cose che non cambiano mai, che sono scritte nel nostro DNA, come i bisogni fondamentali: mangiare, dormire, riprodursi…anche avere un riparo è un esigenza di primaria importanza.

Un tempo erano semplici caverne umide da condividere spessevolte con altri esseri umani e svariati animali, oggi si tratta invece di veri e propri edifici appositamente realizzati per poter godere di ogni comfort, al punto tale che tecnicamente sarebbe possibile vivere tranquillamente senza uscire mai di casa un momento. Purtroppo però non tutti possono godere del caldo abbraccio delle mura domestiche, trovandovi riparo dalle intemperie e dalle imperizie del mondo. I motivi possono essere i più disparati, per comprenderlo è sufficiente spendere qualche ora a parlare con i senzatetto.

C’è ad esempio chi è scappato di casa o da una situazione disagiante e si è trovato a dover vivere per strada, senza avere trovato mai l’opportunità di rifarsi davvero una vita dal punto di vista dell’integrazione sociale; chi invece ha perso il lavoro e si è trovato sfrattato dall’abitazione nella quale viveva, chi ancora ha problemi con la giustizia e preferisce rendersi irrintracciabile, fino a coloro che hanno deliberatamente scelto la vita di strada rispetto all’esistenza comoda e sedentaria.