Questa storia è un’ispirazione meravigliosa durante i momenti più bui della vita (2 / 2)

Non c’è bisogno di disperarsi, figlio mio – ribatte il dio – ma guarda a ciò che hai compiuto finora: quanti sforzi hai fatto per cambiare le cose?”. L’uomo pensa all’ultimo periodo della propria vita e risponde con fierezza: “Molti! Ma non vedo alcun risultato“. Al ché il dio continua: “Sai, quando arrivò il momento di generare le piante io piantai le felci ed i bambù. Quindi attesi con trepidazione che dessero i loro frutti: le felci iniziarono a crescere rigogliose, ma dai bambù non ottenni nulla“.

Continuai a curarli e ad attenderli con amore, così i giorni passavano: ad ogni giorno le felci si facevano più verdi e ridenti, e davano gioia ed allegria al paesaggio che le circondava. Ma dai bambù ancora non si vedeva alcunché: solamente la nuda terra che incupiva e sembrava togliere ogni speranza. Credi però che per questa ragione io li abbia abbandonati?”. L’uomo risponde prontamente di no, dicendosi sicuro che la divinità abbia continuato a fornire le dovute cure ad entrambi.

E così fu – confermò allora il dio – fino a quando, ad un certo punto, non vidi dei germogli spuntare dal terreno. E quei germogli crebbero e crebbero ancora, e vidi che mentre le felci erano cresciute in fretta, i bambù avevano messo radici. Radici forti, solide, profondissime, indispensabile per ciò che sarebbe avvenuto poi. Così i fusti di bambù continuarono a crescere senza fermarsi, elevandosi per decine di metri al di sopra delle altre piante”. La divinità fece una pausa, prima di proseguire: “Ciò che stai facendo ora con il tuo lavoro è mettere radici. Perciò continua a credere in ciò che stai facendo, poiché ogni creatura ha tempi di maturazione differenti ed arriveranno anche i tuoi“. Una parabola che ricorda molto da vicino quella del brutto anatroccolo, pertanto se vedete tutto nero, non disperate e continuate a lavorare sulla vostra vita: arriverà anche per voi il tempo di risalire.