Cosa sono i trigliceridi? Molti li temono e, tutte le volte che ritirano i risultati degli esami del sangue, tirano un sospiro di sollievo o respirano a fatica a seconda che siano bassi o alti. Si tratta di uno dei valori del sangue più soggetto a variazioni. Sono un parametro molto importante per la salute dell’essere umano.
Se i trigliceridi sono alti, è necessario fare una dieta adeguata per farli tornare nella norma. Ci sono naturalmente dei valori di riferimento a cui si affidano i medici nel momento in cui portate i risultati dell’ultimo prelievo. Ma andiamo a vedere più nello specifico cosa sono i trigliceridi e perché si parla di trigliceridi alti e trigliceridi bassi.
Ricordando, però, ancora una cosa: che la dieta mediterranea, comunque voi abbiate il livello di questo parametro, aiuta a ridurre il valore e a farlo rimanere poi nella norma, oltre a scongiurare le malattie cardiovascolari (che, peraltro, possono derivare proprio dai trigliceridi troppo alti). La dieta mediterranea è povera di grassi, che sono la causa principale dell’aumento del valore dei trigliceridi (si parla di ipertrigliceridemia).
Cosa sono i trigliceridi
Sono la maggior parte dei grassi o lipidi che ingeriamo. Questi formano i trigliceridi, a loro volta costituiti da una molecola di glicerolo e tre di acidi grassi. Sono la principale riserva di energia del nostro corpo. Quando mangiamo, l’azione di bile e lipasi del pancreas permettono di liberare i grassi del cibo, pronti a essere assorbiti dall’intestino. Tramite i chilomicroni, i grassi così assorbiti – con relativi trigliceridi – iniziano un viaggio nel sangue, raggiungendo poi le cellule, pronti a entrare in azione dovesse servirci energia.
I trigliceridi hanno anche un’altra fonte. Il fegato è in grado infatti di sintetizzarli, partendo da amminoacidi e zuccheri. E’ il motivo principale per cui, quando abbiamo i trigliceridi alti, ci dicono di ridurre gli zuccheri. L’insulina favorisce l’ingresso dei trigliceridi, il che spiega perché i diabetici abbiano spesso questi valori alti.
I trigliceridi alti sono spesso associati anche al consumo eccessivo di alcol, eccessi alimentari (zuccheri semplici), uso costante di estro-progestinici (inclusa la pillola anticoncezionale), diabete non trattato, ipotiroidismo, fumo delle sigarette e gravi malattie renali.
La presenza di valori alti è un pericolo per la nostra salute perché, oltre a predisporci allo sviluppo delle malattie cardiovascolari, può portare arteriosclerosi e pancreatite.
Valori di riferimento
I valori normali di riferimento dei trigliceridi sono di 20 – 120/150 mg/dl. A seconda di quello che risulta dall’esame del sangue, si può parlare di eutrigliceridemia o normotrigliceridemia (quando i trigliceridi rientrano nei limiti dei valori normali di riferimento), ipertrigliceridemia (aumento dei valori dei trigliceridi del sangue oltre i limiti del range normale di riferimento, tra 200 e 499 mg/dl), ipotrigliceridemia (diminuzione dei valori di trigliceridi nel sangue al di sotto del range normale di riferimento, al di sotto di 20).
Non sempre i trigliceridi alti portano a una delle patologie di cui abbiamo parlato. Bisogna infatti mettere in relazione il loro aumento con i livelli di colesterolo LDL (colesterolo cattivo) e HDL (colesterolo buono). Solitamente, a un aumento dei trigliceridi, corrisponde un aumento pure del colesterolo totale.
Cosa fa aumentare i trigliceridi
Partiamo dai fattori che possono scatenare questa patologia: obesità, basso tenore di attività fisica, dieta scorretta (troppi carboidrati e poche proteine), eccessivo uso di alcol, diabete mellito, sindrome nefrosica, lunga terapia con cortisonici, estrogeni, alcuni farmaci diuretici e antimicotici, fumo, gravidanza, sindrome metabolica.
E ancora: ipotiroidismo, pancreatite, cirrosi epatica, insufficienza renale cronica, forme di iperlipidemia familiari.
Trigliceridi alti: sintomi
Siamo dunque arrivati a vedere quali sono i sintomi dei trigliceridi alti. In realtà, è molto difficile accorgersene, fanno eccezioni i casi più gravi. Se si supera la soglia dei 1000 mg/dl, il paziente avrà forti dolori addominali, pancreatiti acute, xantoma (degenerazione della pelle, che diventa giallastra), problemi agli occhi (lipemia retinica), epatomegalia, splenomegalia e sintomi di natura neurologica.
Ricordiamo che dietro una condizione di trigliceridi alti sintomatica molto spesso si cela una malattia genetica come l’ipertrigliceridemia familiare o l’iperlipidemia combinata familiare.