La fistola anale è un problema sempre più comune tra le persone adulte. Si tratta di un piccolo tunnel patologico ed infetto che mette in comunicazione l’ano con la zona circostante. La fistola si sviluppa nella precisa sede anatomica detta ”linea pettinata o linea ano – rettale” che separa il retto dall’ano e dove alloggiano le ghiandole anali esocrine.
Le fistole anali, dunque, derivano da uno stato di infezione di queste ghiandole che, col passare del tempo, può degenerare in un ascesso. Quando questo accade è fondamentale eseguire una diagnosi accurata e tempestiva in modo da intervenire in maniera precisa ed incisiva.
In genere sono gli uomini ad essere più sensibili alla fistola anale. Inoltre, tale disturbo si manifesta con maggior incidenza nel maschio giovane – adulto di età compresa tra i 20 ed i 40 anni.
La fistola all’ano può essere di tre tipi: le fistole rettilinee – le quali presentano un unico canalicolo di comunicazione; le fistole con diramazioni – che presentano più canali di collegamento; le fistole a ferro di cavallo – che collegano lo sfintere anale alla pelle che lo circonda.
Cause della fistola anale
La fistola, dunque, come abbiamo visto, può verificarsi a seguito di una infezione delle ghiandole di Hermann e Desfosses, così chiamate in memoria dei loro scopritori.
Per far sì che si sviluppi la fistola anale, l’infezione deve avere origine a livello della cripta. Quì i patogeni che generano l’infezione riescono a penetrare nell’apparato sfinterico raggiungendo le cripte delle ghiandole anali. In questo modo le ghiandole si infiammano dando vita ad una sacca di pus che genera la fistola all’ano.
Ci sono, inoltre, altri fattori che possono far verificare questo fastidioso problema. Come per esempio a causa di residui fecali o secreti mucosi bloccati nelle cripte anali. L’infezione che porta poi alle fistole anali, inoltre, può essere dovuta sia dall’ingresso di materiale fecale nei tubuli escretori e sia da un blocco del deflusso delle suddette ghiandole.
La fistola può essere favorita anche dalla presenza di ulcere anali, malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn, la diverticolite e la colite ulcerosa. Anche l’HIV può favorirne la comparsa, così come il cancro al retto, la tubercolosi e la sifilide.
Sintomi principali
All’inizio, quando la patologia è ai primi stadi, i sintomi possono essere piuttosto lievi e difficili da attribuire a tale problema. Nella fase acuta, invece, la fistola anale può generare procura una fastidiosa sensazione di prurito e irritazione, nonchè di gonfiore a livello anale, che tende ad accentuarsi quando si va in bagno. In alcuni casi si accompagna tipicamente a perdite di feci, pus o muco, che contribuiscono a tenere umida la regione anale causando così prurito ed altri fastidi.
Il dolore provocato dalla fistola anale può diventare insopportabile eseguendo determinati movimenti. In alcuni casi, infatti, alcuni pazienti faticano a rimanere seduti o addirittura a camminare. In alcuni pazienti può provocare un rialzo più o meno costante ed importante della temperatura corporea.
L’infiammazione cronica data dall’ascesso anale predispone col passare del tempo, in assenza di un intervento farmacologico o chirurgico, allo sviluppo di neoplasie maligne.
L’accertamento è piuttosto semplice e può essere eseguito anche previa anestesia locale. L’identificazione precisa del tragitto fistoloso, invece, è piuttosto complessa. L’intero percorso, infatti, può essere identificato solamente durante l’intervento chirurgico.
Fistola anale: come curarla
Dinanzi al problema di fistola all’ano il medico può somministrare un trattamento a base di antibiotici, immunosoppressori ed immunomodulanti. Purtroppo però, generalmente l’efficacia terapeutica di questi farmaci è piuttosto scarsa, soprattutto a causa dell’alta frequenza di recidive alla sospensione del farmaco.
La terapia immunomodulante sistemica sembra invece indurre una rapida e stabile guarigione dalle fistole che complicano la malattia di Crohn.
Spesso, a causa ella scarsa tendenza alla regressione definitiva, ci si può trovare di fronte all’urgenza di un intervento chirurgico piuttosto delicato. Le strategie di rimozione chirurgica della fistola sono numerose. Il compito del medico sarà, quindi, quello di stabilire come agire in base alle condizioni, alla struttura e alla lunghezza della fistola.
In via generale, si interviene mediante incisione chirurgica della cute per drenare all’esterno il pus della zona infetta e quindi diminuire la pressione all’interno della cavità ascessuale. Questa procedura può anche essere eseguita in ambulatorio in anestesia locale.
Un ascesso grande o profondo, invece, può richiedere l’ospedalizzazione ed un intervento chirurgico. L’obiettivo finale dell’intervento chirurgico è di eradicare in modo permanente il processo supprativo in atto, senza compromettere la continenza anale del paziente.
I fastidi post operatori dopo l’intervento chirurgico per fistola anale può essere da lieve a moderato per quanto riguarda il fastidio per la prima settimana, che può essere però tenuto sotto controllo mediante l’assunzione di antidolorifici.