Spesso, le papule perlacee peniene vengono confuse con le verruche genitali o con l’herpes, ovvero due patologie che possono essere contratte per via sessuale, a causa della tipologia di manifestazione: si tratta di piccole protuberanze benigne, situate all’altezza della corona del glande. In realtà, come vedremo tra poco, esse differiscono da queste due patologie in diversi punti: infatti, questa sorta di brufoli sul pene sono del tutto innocui, non sono in alcun modo contagiosi, e non causano pruriti, dolori o bruciori di alcun tipo.
Si tratta di una patologia piuttosto comune negli uomini, con una percentuale nella popolazione che va dal 20 al 30%. In sostanza, esse rappresentano una situazione complicata da gestire solamente per una questione estetica, e possono provocare imbarazzo da un punto di vista sessuale, per il semplice motivo che la loro comparsa conferisce un aspetto diverso, sicuramente non bello da vedere, al proprio pene.
Se, come detto, si tratta di una condizione del tutto innocua, e che spesso tende a scomparire in maniera del tutto spontanea nel giro di poco tempo, è facile capire come questo possa provocare dei problemi nella propria vita intima; è per questo consigliato, alla loro comparsa, rivolgersi immediatamente ad un andrologo.
Le papule, infatti, comportano un disagio psicologico più che fisico, soprattutto nel momento in cui sono presenti in numero notevole e sono particolarmente evidenti alla vista. Questo comporta una minore sicurezza nel fare sesso con la propria partner e, nel caso il soggetto rientrasse nella scarsa percentuale di individui a cui questa patologia non passa in maniera spontanea, il disagio psicologico aumenta man mano, con il passare del tempo.
Papule perlacee peniene: cause principali
Ad oggi, il vero problema delle papule perlacee è che non si conosce assolutamente quale sia la causa della loro comparsa. L’unica cosa che sembra inattaccabile, al momento, è il fatto che questa patologia non abbia nulla a che vedere con i rapporti sessuali, nel senso che non rientra nel novero delle cosiddette malattie sessualmente trasmissibili.
Un’altra ipotesi che gli scienziati tendono ad escludere è la scarsa igiene intima, poiché sembra che la comparsa di queste escrescenze non abbia nessuna relazione con una non corretta igiene del nostro pene.
Cause sconosciute, dunque, e ad oggi sembra che la scienza in questo senso stia brancolando nel buio. Di solito, la scienza agisce sui trattamenti a partire da un accurato studio dell’eziologia di una patologia; ad una scarsa conoscenza delle cause, in sostanza, corrisponde una scarsa (o quantomeno lacunosa) conoscenza dei modi per poter contrastare la patologia. Fortunatamente, non è questo il caso, come vedremo nel paragrafo successivo.
Rimedi per le papule perlacee peniene
Come già accennato poche righe più su, nonostante siano del tutto oscure le cause, altrettanto non si può dire dei rimedi, che sono numerosi e soprattutto efficaci per la risoluzione di tale problema.
E’ un caso raro ma, per fortuna, il disagio psicologico che affligge gli uomini che presentano questa esteticamente spiacevole condizione, fortunatamente è destinato a durare poco, qualora ci si rivolga ad un andrologo, che consiglierà al paziente una delle tante terapie possibili per la risoluzione del problema e per il ritorno ad una tanto agognata normalità.
I rimedi ‘tecnici’ sono diversi, e in questo paragrafo vi citeremo solo i principali. Innanzitutto, partiamo dal laser alla CO2; si tratta di un intervento molto costoso, e consiste nella vaporizzazione di ogni singola papula, attraverso l’intervento mirato del laser. Intervento costoso, dicevamo, che può arrivare a costare tra i 1.000 e i 1.500 euro, in relazione al numero di puntini bianchi da eliminare. E’ anche un intervento abbastanza veloce (non più di mezz’ora, solitamente), e l’arrossamento della zona in seguito all’azione del laser scompare nel giro di 7-10 giorni.
Un’altra possibilità è l’elettro-dessicazione, che si effettua con un elettro-bisturi. Si tratta di un intervento di norma meno costoso rispetto al precedente (tra i 300 e i 350 euro), e si basa sull’emissione di impulsi elettrici, generati appunto dall’elettro-bisturi, su ogni singola papula. E’ un intervento assolutamente indolore, che non porta nemmeno alcun prurito o fastidio, sia nella fase dell’intervento vero e proprio che nel periodo di convalescenza.
Ancora, è possibile sconfiggere le papule perlacee peniene tramite la crioterapia. Si applica, in sostanza, un freddo particolarmente intenso sulla zona interessata, attraverso l’utilizzo dell’azoto liquido. In questa maniera, vengono di fatto essiccate; a questo punto, poi, la loro caduta è spontanea e anche poco distanziata dal momento dell’intervento.
Infine, tra i rimedi ‘tecnici’ citiamo anche il curettage, un intervento un po’ più fastidioso di quelli finora citati, che in sostanza consiste in un raschiamento delle papule perlacee, mediante l’utilizzo della curette (da cui il nome del tipo di intervento), ovvero un ferro chirurgico che ha una forma simile a quella di un cucchiaio.
Rimedi naturali
Oltre ai rimedi ‘tecnici’, esistono anche tutta una serie di rimedi naturali per risolvere la patologia delle papule perlacee peniene. Ovviamente, come quasi sempre accade, la loro efficacia o meno dipende soprattutto dalla risposta soggettiva del singolo paziente.
Tutti questi rimedi, sostanzialmente, consistono nell’applicazione di gel o pomate, per un certo lasso di tempo che vi indicherà il vostro medico. La funzione di queste pomate è quella di seccare la pelle di questa parte anatomica, finché non cade, ‘trascinando’ con sé anche le papule. Il principio attivo comune a queste pomate è, di solito, la podofillina.