La stitichezza, altrimenti nota come stipsi o costipazione, è un disturbo gastrointestinale estremamente diffuso nella popolazione generale; interessa soggetti di tutte le età, ma si registra una maggiore incidenza del problema nei soggetti over 70.
Tecnicamente, si definisce la stitichezza come una riduzione della frequenza delle evacuazioni, ma è corretto precisare che non è possibile dare indicazioni numeriche rigide perché esiste una notevole variabilità individuale per quanto riguarda la frequenza delle evacuazioni.
Molti soggetti, per esempio, evacuano regolarmente due volte al giorno, mentre altri 3-4 volte alla settimana. In linea di massima sembra corretto affermare che si possa parlare di stitichezza quando si evacua meno di 3 volte alla settimana.
Il clistere: uno dei rimedi più diffusi
La stitichezza è un disturbo che può risultare particolarmente fastidioso, ma fortunatamente esistono diversi rimedi ai quali si può ricorrere; uno di quelli più comuni è il clistere monouso, una procedura pensata soprattutto per la stitichezza occasionale, ma che può risultare utile come soluzione di emergenza in caso di stitichezza cronica. Ne rappresenta un esempio Clisma Lax, una soluzione rettale concentrata a effetto lassativo a base di fosfato sodico monobasico anidro e fosfato sodico bibasico, sostanze che agiscono ammorbidendo e lubrificando le feci favorendo il processo di evacuazione. Si tratta di principi attivi che appartengono alla categoria dei cosiddetti lassativi osmotici.
La stitichezza occasionale
La stitichezza occasionale, altrimenti detta transitoria, è un disturbo di frequente riscontro. È spesso riferito dalle donne in stato interessante e si manifesta anche con frequenza quando, per vari motivi, si cambiano le abitudini alimentari (per esempio quando si fa una vacanza in un luogo esotico), ma colpisce anche coloro che si sono sottoposti a terapie a basi di antibiotici o a interventi di chirurgia maggiore.
Stitichezza cronica: segni e sintomi associati
La stitichezza cronica è una problematica per certi versi più complessa della stipsi occasionale, sia perché perdura nel tempo sia perché non sempre è semplice risalire alla causa che la determina.
Alla ridotta frequenza delle evacuazioni sono di norma associati diversi sintomi e segni più o meno fastidiosi. Fra quelli più comuni si ricordano la presenza di feci dure (le cosiddette “feci caprine”), la necessità di sforzarsi molto durante la defecazione, la sensazione di evacuazione non completa, il senso di ostruzione anale ecc.
In varie occasioni, la durezza delle feci e gli sforzi per le evacuazioni possono determinare irritazioni e prolasso emorroidario.
Per quanto in sé il disturbo non possa essere considerato grave, esso può causare uno scadimento non indifferente della qualità di vita. Possono anche insorgere complicazioni non di poco conto come per esempio il fecaloma, un accumulo eccessivo di feci che si forma in genere nell’ultimo tratto dell’intestino e può essere causa di una sua ostruzione intestinale.
Le cause principali di stipsi cronica
Le principali cause di stipsi cronica sono sedentarietà e abitudini alimentari non corrette (in particolare una dieta povera di fibre alimentari e l’irregolarità nell’assunzione dei pasti).
È corretto precisare che la stitichezza cronica può anche essere uno dei sintomi di malattie di una certa gravità ed è quindi sempre consigliabile consultarsi con il medico curante qualora essa insorga.
Tra le malattie più gravi che possono determinare stipsi cronica vi sono il tumore del colon-retto, la diverticolosi, le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), il diabete, alcune malattie neurologiche ecc. Vi sono anche alcuni farmaci la cui assunzione cronica può determinare stipsi.
Stitichezza cronica: rimedi principali
Se la stitichezza cronica non è determinata da gravi malattie, che ovviamente richiedono un trattamento ad hoc, si può ricorrere a rimedi rapidi come il già citato clistere monouso che ha un’azione quasi immediata; dopo la sua somministrazione lo stimolo all’evacuazione è difficilmente superiore ai 5 minuti.
La somministrazione avviene per via rettale e una volta che la soluzione giunge nel retto agisce attirando acqua nella zona di somministrazione; le feci vengono quindi idratate e rese più morbide; la maggiore presenza di liquidi aumenta la massa delle feci e ciò aumenta il volume delle feci favorendo una fisiologica evacuazione.
Va precisato che non si deve abusare dei lassativi, che devono essere intesi come soluzioni sporadiche.
Di grande importanza è l’attività fisica regolare. La sedentarietà è infatti una delle cause più comuni di stitichezza cronica. Difficilmente i soggetti che praticano un’attività fisica costante soffrono di tale disturbo.
Un altro rimedio importante è modificare le abitudini alimentari scorrette. Risulta altrettanto utile consumare un’adeguata quantità di fibre alimentari; non si deve però esagerare con le quantità perché un consumo eccessivo potrebbe addirittura peggiorare il problema o causare diarrea. L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare indica in 25 g al giorno di fibre la quantità sufficiente per una normale funzione intestinale nei soggetti adulti.
È infine consigliato idratarsi correttamente; in linea di massima il consiglio che sempre l’EFSA fornisce è quello di un’assunzione giornaliera di circa di 2 litri per le donne e di 2,5 litri per gli uomini.