Tra le varie patologie riguardanti il nostro apparato genitale, il tumore ai testicoli è uno dei più gravi, perché può portare a conseguenze pesanti, se non preso per tempo: all’asportazione del testicolo (o dei testicoli) o, nei casi ancor più gravi, alla diffusione del cancro negli organi circostanti.
Questa patologia è una di quelle che colpisce meno gli uomini adulti: se è raro che esso si manifesti con un testicolo gonfio (appena 4 casi su 100), è ancor più rara la sua stessa manifestazione negli uomini tra i 25 e i 65 anni: appena l’1% dei tumori che colpiscono l’uomo adulto, infatti, riguarda i testicoli. Fortunatamente, però, le moderne tecniche di cura fanno sì che circa il 95% dei pazienti riesca a guarire completamente.
Esistono principalmente due tipi di tumore ai testicoli, categorizzati in base a quali cellule testicolari vengono colpite dalla neoplasia (la formazione di cellule cancerogene). Il primo di essi, che rappresenta circa il 95% dei casi, è quello riguardante le cellule da cui derivano gli spermatozoi, in termine medico le cellule germinali; da esso derivano una serie di sottocategorie, principalmente divise tra seminomi e non-seminomi. L’altra maxi categoria di tumore ai testicoli è quella riguardante le cellule stromali, ovvero le cellule non germinali, che rappresenta il restante 5% della casistica.
Cause del tumore ai testicoli
Le cause precise del tumore ai testicoli, così come quelle degli altri tumori, sono tuttora sconosciute. O meglio, vi sono diverse teorie a riguardo, che però non sciolgono una volta e per tutte i dubbi su questo delicato argomento. Più che di cause, quindi, da un punto di vista medico sarebbe più corretto parlare di fattori di rischio, di caratteristiche genetiche o di comportamenti che aumentano la possibilità di essere colpiti dal cancro ai testicoli. Di seguito, quindi, elencheremo tali fattori in ordine di incidenza, considerando sempre che si tratta di fattori non direttamente collegati ma che, secondo le statistiche, possono incidere maggiormente sulla possibilità di contrarre il tumore ai testicoli.
Innanzitutto, si è notato come il fattore di rischio maggiore sia quello di aver avuto, da neonati, il cosiddetto criptorchidismo. Di cosa si tratta? Quando il bambino maschio è ancora nel grembo della madre, i testicoli sono contenuti nell’addome; con la sua nascita, entro il primo anno di vita, i testicoli scendono nello scroto. Quando tale processo o non si verifica o è incompleto (sia perché non sono scesi del tutto, sia perché è sceso solo uno dei due testicoli) allora si verifica il cosiddetto criptorchidismo. Come ogni genitore sa, se il proprio bambino è affetto da criptorchidismo, si deve tempestivamente effettuare un intervento chirurgico. E’ stato testato, infatti, che non solo chi è stato affetto da criptorchidismo ha una maggiore incidenza del tumore ai testicoli, ma anche che tale incidenza aumenta in relazione al tempo che intercorre tra la scoperta della patologia e l’operazione!
Il secondo fattore di rischio della contrazione del tumore ai testicoli è la presenza di un parente che è stato affetto da tale patologia. Secondo recenti studi, infatti, chi ha avuto un padre col tumore ai testicoli ha dalle 4 alle 6 volte in più la possibilità di contrarre la neoplasia. La causa di ciò sarebbe da ricercare nel fatto che tale tumore derivi da una ‘corruzione’ genetica, che implicherebbe il coinvolgimento del cromosoma 12, il cui malfunzionamento può portare, appunto, al tumore ai testicoli.
Ancora, i dati statistici mostrano come l’infertilità sia da considerare una possibile causa del tumore ai testicoli. Un uomo infertile, infatti, è ben 3 volte di più a rischio di un uomo fertile. Altri dati, poi, mostrano come il tumore ai testicoli colpiscano molto di più gli uomini alti più di 1,90 cm, mentre l’incidenza diminuisce notevolmente su coloro i quali non arrivano a 1,70 cm di altezza. E’ in relazione a questo dato, quindi, che si può affermare che il tumore ai testicoli è collegato anche alla statura. Infine, come fattore di rischio del tumore ai testicoli (così come, ahinoi, di tanti altri tumori) è il fumo: coloro i quali vengono definiti ‘grandi fumatori’ (che fumano, cioè, una ventina di sigarette al giorno per diversi anni), aumentano di due volte il fattore di rischio del tumore ai testicoli.
I sintomi del tumore ai testicoli
I sintomi iniziali del tumore ai testicoli, in realtà, sono diversi, e come tutti i sintomi possono avere solo in linea ipotetica un collegamento con la massa tumorale. Insomma: se avete uno di questi sintomi non andate nel panico, quella del tumore ai testicoli potrebbe essere una semplice possibilità! In questo paragrafo, in sostanza, parleremo di come riconoscere il tumore ai testicoli, ma la possibilità che si abbia effettivamente questa patologia è comunque molto bassa: un controllo dal medico, comunque, è vivamente consigliato!
Ad esempio, uno dei modi per scoprire come si manifesta il tumore ai testicoli è la sudorazione eccessiva, collegata ad improvvise vampate di calore. Questo è l’esempio tipico, come abbiamo premesso prima, di una sintomatologia che in realtà può essere collegata a diverse altre patologie! Diverso, invece, è il caso del nodulo polmonare (sia solitario che multiplo), che può essere più facilmente ricondotto al tumore ai testicoli oltre ad evidenziare, ovviamente, un tumore primitivo ai polmoni. In questo caso, una volta scoperta la presenza di uno o più noduli, oltre alle normali terapie per combattere sul nascere un eventuale cancro ai polmoni, un buon dottore vi controllerà anche i testicoli, per capire se vi è o meno un collegamento tra le due patologie.
Maggiormente circoscritto, invece, è ovviamente il dolore ai testicoli, uno dei possibili sintomi di un tumore. Ma il cancro ai testicoli può essere anche notato quando si ha un dolore addominale o inguinale (quest’ultimo, manifestato specialmente nell’ernia all’inguine). Anche le variazioni del volume di uno o di entrambi i testicoli è un campanello d’allarme: l’atrofia testicolare (diminuzione del volume) o il cosiddetto ‘testicolo gonfio‘, in cui vi è un ingrossamento dello stesso. Anche l’accumulo di massa all’interno dello scroto deve essere tenuta d’occhio. Essa si manifesta sia con l’infiammazione (orchite, epidedimite), sia con l’accumulo in se e per sé (idrocele, varicocele), sia con la torsione del funicolo spermatico (meglio conosciuta come torsione testicolare). Infine, tenete sotto controllo la situazione se notate tracce di sangue nella vostra urina o nel vostro eiaculato.
Tumore ai testicoli: i test, le terapie e l’intervento
Ricordiamo ancora una volta che le patologie sopra indicate raramente stanno a significare che si abbia un tumore ai testicoli il quale, ricordiamolo, ha un’incidenza molto bassa. Rivolgersi ad un medico, però, è molto importante, non prima di aver provato la cosiddetta autopalpazione. Innanzitutto, il medico vi sottoporrà ad un esame obiettivo, in cui analizza l’eventuale rigonfiamento ai testicoli tramite una piccola torcia: se la luce attraversa tale rigonfiamento, allora non si tratta di tumore, ma di liquido contenuto nei testicoli; viceversa se la luce non oltrepassa la protuberanza, potrebbe trattarsi di un tumore ai testicoli.
Un altro test importante è quello dell’ecografia scrotale, che mette in evidenza la natura dell’anomalia testicolare. A questa, di solito, segue un’analisi del sangue, che rintraccia gli eventuali marker tumorali, delle sostanze rilasciate nel sangue dal tumore dopo che si è formato. Il test più efficace, comunque, resta quello della biopsia: si preleva dal testicolo una parte di tessuto e, dopo averla osservata al microscopio, è facilmente riconoscibile la presenza o meno di cellule tumorali. Chiaramente, in base alla diffusione dell’eventuale tumore si avranno importanti informazioni su che livello di gravità esso sia.
L’unico modo di curare un tumore ai testicoli è l’asportazione del testicolo interessato tramite intervento chirurgico, al fine di non far espandere le cellule tumorali. L’intervento, noto come orchiectomia, potrebbe essere seguito dall’asportazione dei linfonodi addominali, oltre che ad una serie di cicli di chemioterapia e di radioterapia, per scongiurare definitivamente il riformarsi del tumore. Se il tumore interessa entrambi i testicoli, la fertilità non è più recuperabile, a differenza dell’erezione che, dopo una serie di cicli ormonali, tornerà alla normalità. In ogni caso, niente paura: oltre 9 pazienti su 10 guariscono del tutto! Importante, ripetiamo ancora una volta, è la tempestività della prognosi: non sottovalutate mai questo problema!