Il padre perfetto è un’utopia: prima di essere un padre, infatti, un uomo è… un essere umano! Con le sue paure, le sue imperfezioni e, ovviamente le sue ansie derivanti proprio dal fatto di diventare padre. Eppure, e questo non tutti i neo-papà lo sanno, le prime settimane di vita del proprio figlio sono fondamentali per la sua crescita, ed è in questa fase che il papà deve cercare, se non proprio di essere un padre perfetto, almeno di avvicinarsi a questa idea il più possibile, affinché il proprio figlio cresca sano ed equilibrato.
Innanzitutto, e ve ne accorgerete perché sarà la vostra compagna a farvelo presente, importantissimo in questa fase è l’aiuto pratico. Tutte quelle piccole azioni quotidiane che, nel nostro immaginario di padri, sono appannaggio della mamma, in realtà dovrebbero essere compiute anche dal padre!
Può sembrare semplice, visto che le uniche tre cose che fa un neonato sono: mangiare, dormire e… riempire il pannolino! Ma l’attenzione che bisogna dare al proprio figlio va ben oltre il semplice ‘controllo’ che tutto vada bene. Bisogna, infatti, intervenire in maniera concreta per dare un supporto alla madre, andando oltre le pur fondamentali emozioni post parto che anche un padre prova in seguito alla gravidanza della propria compagna!
Essere un padre perfetto nelle prime settimane di vita
E’ ovvio e scontato: un padre non può allattare il figlio dal proprio seno! Ma questo non vuol dire che egli non possa dare una mano alla propria compagna, magari svolgendo quelle azioni che una madre non può compiere, proprio perché sta svolgendo un compito ben più importante e stressante. Sapere cosa fare per dare un aiuto concreto alla vostra partner, quindi, può essere di vitale importanza per essere (e per sentirvi!) un padre perfetto.
Innanzitutto, badate bene a fornire sempre dell’acqua alla mamma, lasciandogliela a disposizione in ogni momento. L’allattamento, infatti, porta la donna ad avere una pesante disidratazione e a stancarsi molto; per cui, oltre a metterle sempre a disposizione dell’acqua, fatele la cortesia (eufemismo) di prendere il bambino e metterlo a dormire, una volta che ha finito di ‘cibarsi’ dal seno della madre. E’ vero: la donna ha la maternità, ma anche l’uomo deve essere a completa disposizione della propria disposizione compatibilmente con gli orari del lavoro: in fondo, è proprio questa l’essenza dell’essere un buon padre!
Un altro aiuto che potete fornire alla vostra compagna è quello di occuparvi personalmente (o, al limite, con l’aiuto della madre), a fare il bagnetto al vostro piccolo, a vestirlo e, perché no, a fargli fare il ruttino: tutti piccoli gesti che, nel quotidiano, alleggeriscono e non poco il lavoro della madre, stressante e pesante in una maniera tale che noi uomini (o quantomeno molti di noi!) non possono neanche immaginare!
Preparare un biberon con latte artificiale, circa una o due volte al giorno, potrebbe aiutare la vostra compagna ad alleggerire la sua giornata. Oltre all’aiuto concreto, però, la vostra compagna e il vostro bambino hanno bisogno anche di un aiuto morale, a volte ancora più importante del primo.
Quante volte, infatti, vi capiterà di essere svegliati in piena notte dal pianto a dirotto del neonato? Tante, credeteci. Ed è proprio questo il momento in cui l’uomo deve dimostrare di mantenere la calma e di non far pesare al piccolo un’azione che, sappiatelo, è la cosa più normale del mondo! Inveire non serve a nulla, anzi aumenta soltanto lo stress della madre, che di tutto ha bisogno tranne che di un’altra persona lagnosa a suo fianco!
Allo stesso modo, se a perdere la pazienza è la madre, cercate di calmarla e di trasmetterle serenità e, se proprio non riuscite a calmarla, aspettate che lo faccia da sola, magari andando a fare un giro col bambino: il piccolo, infatti, percepisce le vibrazioni negative e tutto fa tranne che smettere di piangere! Restando lì, si creerebbe un circolo vizioso che potrebbe soltanto peggiorare la situazione.
Un altro piccolo consiglio: non fate mai mancare le attenzioni alla vostra partner, anzi cercate di darne anche di più, se possibile. Fatela sentire bella come non mai, anche e soprattutto se la sua forma non è delle migliori: sono tutti piccoli segreti per mantenere saldo un equilibrio psicologico che, in seguito al parto, non è poi così scontato. Cercate, poi, di evitare un continuo via vai nella casa: nelle prime 3 settimane di vita, è bene che il bambino abbia delle interazioni sociali, ma non bisogna esagerare.
Il contatto principale che deve avere è con i propri genitori, mentre per parenti ed amici è meglio ridurre il tempo allo stretto necessario. Non è facile mettere in pratica queste regole, vero? Proprio per questo, non abbiate paura di confrontarvi con il pediatra o con altri padri che hanno già vissuto questi momenti: entrambi, saranno ben lieti di darvi qualche prezioso consiglio!