Il problema dell’urina maleodorante è normalmente un problema di poco conto, di cui non preoccuparsi in maniera eccessiva. Nonostante tutto, però, non bisogna nemmeno trascurarlo, perché potrebbe essere un campanello d’allarme per patologie più ‘importanti’. Ecco, nel dettaglio, tutto quello che c’è da sapere su questo problema.
Innanzitutto, c’è da premettere che le urine maleodoranti possono essere la conseguenza di numerosi fattori, anche parecchio diversi fra loro. Come accennato in apertura, se alcuni di essi (la maggior parte) sono del tutto innocui, altri invece possono essere considerati connessi a patologie leggermente più serie e gravi.
Una delle principali cause dell’urina maleodorante è senza dubbio l’alimentazione. Infatti, il motivo basilare per il quale abbiamo la pipì che puzza è che i liquidi introdotti sono troppo scarsi, e questo conferisce alla nostra urina un odore più intenso, a causa della maggiore concentrazione di scorie (i metaboliti).
Oltre ai liquidi, però, c’è da considerare che vi sono anche dei cibi che possono un’urina scura e maleodorante. Ad esempio, è proverbiale il brutto odore che causano gli asparagi, ma anche cavolfiori e aglio possono far sì che esca una urina torbida e maleodorante. Nel caso degli asparagi, questo brutto odore dipende dalla presenza soprattutto dell’acido aspartico, ma anche di alcuni gruppi sulfurei.
Anche l’utilizzo di alcuni integratori può essere una causa: in particolare, ci riferiamo a quelli a base di vitamina B6 e di acido lipoico. Ma anche l’assunzione di determinati antibiotici può causare urina maleodorante; antibiotici come ad esempio amoxicillina, ciprofloxacina e ampicillina. I casi finora elencati, ovviamente, non sono conseguenza di alcuna patologia.
Urina maleodorante: cause patologiche
Partiamo subito col dire che le patologie legate alle urine maleodoranti non sono mai gravi, se curate immediatamente, ma possono anche essere dolorose. A causare l’odore sgradevole dell’urina sono infatti i batteri legati ad alcune patologie dell’apparato urinario, come cistiti, infezioni renali, infezioni alle vie urinarie, ma anche uretriti (ovvero infezioni del canale che consente all’urina di fuoriuscire, l’uretra).
I batteri in questione sono ad esempio Proteus, Pseudomonas, Providencia, Morganella, che trasformano in ammoniaca un particolare componente dell’urina, l’urea. E’ dovuto a questo, ovviamente, l’odore caratteristico di questa tipologia di situazioni: ammoniaca e candeggina. Nelle persone over 65, questo odore è spesso associato alla birra fermentata.
Vi sono poi alcune patologie, più serie e da prendere in maniera meno leggera, che sono tra le cause dell’odore sgradevole dell’urina. Ad esempio, l’insufficienza epatica, dovuta a tutta una serie di patologie legate al fegato. Ma anche la chetoacidosi diabetica, ovvero una patologia derivante dalla complicazione della carenza di insulina, che conferisce alla pipì una specie di odore ‘dolciastro’.
Vi sono, poi, alcune patologie dette metaboliche, che sono più rare: parliamo, ad esempio, della leucinosi, della trimetilaminuria e della fenilchetonuria. Per patologie metaboliche intendiamo patologie in cui non vi è l’assimilazione, da parte del nostro organismo, di alcuni aminoacidi: la conseguenza è che essi si accumulano nel corpo. Ovviamente le urine, la sostanza nella quale vengono ‘convogliate’ le sostanze di scarto, hanno odori molto forti, anche simili all’urina di topo, particolarmente sgradevole come potete immaginare.
Cosa fare in caso di urina maleodorante
Come detto a più riprese, non si tratta di per sé di un disturbo grave: piuttosto, esso può essere il campanello d’allarme di alcune patologie che, comunque, hanno dei sintomi ben più manifesti di questo.
In ogni caso, se l’odore sgradevole (magari unito ad un colore scuro) si manifesta in maniera saltuaria, e scompare da solo nel giro di 48 ore, allora non è il caso nemmeno di contattare il proprio medico di fiducia: non c’è da preoccuparsi. Già se gli odori e i colori si protraggono per più di 3-4 giorni, allora è il momento di visitare il proprio medico, che ci consiglierà la terapia giusta dopo averci diagnosticato il nostro disturbo, qualora esso ci fosse davvero.
Il medico, di norma, vi prescriverà l’esame completo delle urine e anche l’urinocoltura. Il primo esame riguarda la parte ‘chimica’ delle urine, ovvero il colore, il volume, l’aspetto, etc. Il secondo, invece, è un esame mirato che serve proprio ad individuare eventuali infezioni batteriche o fungine.
Nel caso l’urinocoltura risultasse positivo, allora viene effettuato un altro esame, l’antibiogramma, che serve proprio per testare la sensibilità di un batterio ad uno specifico antibiotico; questo tipo di esame è molto importante, proprio perché attraverso di esso si riesce a capire qual è il tipo di farmaco che risulterà efficace per eliminare l’infezione.
Il medico di base vi prescriverà gli esami, mentre se volete avere informazioni più specifiche, il medico che si occupa di questo tipo di problemi è l’urologo. Chiudiamo questo articolo come l’abbiamo aperto, ovvero ricordandovi che, tra i disturbi riguardanti l’apparato urinario, questo è senza dubbio uno dei più lievi, per due motivi principali: il primo è che si tratta quasi sempre di una situazione ‘passeggera’, che si risolve da sé senza alcuna terapia; il secondo è che, anche qualora rappresentasse una particolare patologia, si tratta comunque di patologie che possono essere eradicate in maniera facile e veloce.