Lo shock settico o setticemico è una delle più gravi complicazioni della sepsi. È una sindrome letale dovuta all’infezione nel sangue. Per questo motivo, è genericamente definito come avvelenamento del sangue.
La sepsi, o setticemia, è una sindrome clinica che si verifica quando l’organismo risponde alle infezioni in modo eccessivo. Nel tentativo di annientare l’infezione, il sistema immunitario attacca le cellule sane e danneggia tessuti e organi. Quando la loro funzionalità è compromessa, avviene lo shock setticemico che può comportare la morte del paziente.
I sintomi sono spesso confusi con quelli di altre patologie e, per questo non è semplice diagnosticarla in tempo. È dunque importante conoscere le cause e l’origine dell’infezione. Tramite analisi, esami e l’anamnesi del paziente, il medico potrà pronunciarsi e stabilire la diagnosi. Solo a questo punto, si potrà procedere con la terapia.
Scopriamo i sintomi, le cause e cosa comporta per chi ne è colpito.
Shock settico: sintomi principali
I sintomi più comuni dello shock settico sono la comparsa di febbre alta prolungata. La febbre settica si riconosce perché la temperatura supera i 38°C e non tende ad abbassarsi come una comune febbre.
Altri sintomi riconducibili alla complicazione è la diminuzione della pressione arteriosa e la tachicardia. Come conseguenza, il paziente può accusare difficoltà respiratorie, palpitazioni, ipotermia e brividi, irrequietezza, fiato corto. Si può verificare anche l’aumento dei globuli bianchi nel sangue (leucocitosi) e la riduzione dei neutrofili e dei leucociti.
Il paziente può anche perdere conoscenza, cadere in stato confusionale, avere difficoltà nella minzione e blocco della diuresi. L’elevato numero di meningococco nel sangue, spesso associata alla comparsa di lesioni emorragiche sulla pelle comporta la setticemia fulminante.
Cause e conseguenze
Le infezioni del sangue sono la causa principale dello shock settico. Gli agenti patogeni riescono ad entrare in circolo nel sangue. Le tossine microbiche, ormai in circolo, si diffondono con rapidità tra organi e tessuti. Il sistema immunitario, dunque, nell’atto di annientare le tossine di virus, batteri e funghi che minacciano l’organismo, aggredisce tutto il corpo. Nelle cellule sane e negli organi si crea una grave reazione infiammatoria di tipo sistemico (SIRS, Risposta Infiammatoria Sistemica).
Queste infezioni interessano le vie urinarie, i reni, i polmoni e l’intestino. Sono dovute a infezioni e ustioni, alla presenza di ascessi, flemmoni, piaghe.
I casi di mortalità dovuti allo shock setticemico sono molto elevati.
Fattori di rischio dello shock settico
Gli anziani, i bambini corrono più di altri il rischio di sepsi e dello shock setticemico. La ragione è che il loro organismo è più vulnerabile agli attacchi degli agenti patogeni esterni. Il loro sistema immunitario, infatti, è indebolito o ancora poco formato.
Anche alcune patologie incidono sulla possibilità che avvenga questa complicazione. Sono a rischio coloro che soffrono di diabete e patologie genito-urinario e intestinale.
In generale, maggior rischio lo corrono tutti quei soggetti che a causa di una patologia hanno il sistema immunitario indebolito. Per questo motivo, sono a rischio i malati di AIDS, coloro che hanno neoplasie (leucemia, meningite, diverticolite, pancreatite, fascite necrotizzante e pielonefrite).
Anche chi è colpito da polmonite o appendicite si può considerare soggetto a rischio. La presenza di un catetere venoso o urinario, l’uso di macchine per la ventilazione meccanica possono contribuire all’insorgere di un’infezione.
Si può curare lo shock setticemico?
Questa complicazione della sepsi prevede un intervento medico d’emergenza. Il paziente deve essere tempestivamente condotto in ospedale e ricoverato. Il protocollo shock settico prevede l’uso di farmaci specifici. Si tratta di antibiotici, corticosteroidi e di fluidi somministrati per via endovenosa.
Per combattere la grave ipotensione, può essere somministrato la noradrenalina. Si tratta di una sostanza che stimola i recettori e funge da vaso costrittore. Se il paziente viene soccorso tempestivamente, è fondamentale curare anche le patologie che hanno determinato lo shock. Si dovrà procedere anche a curare gli organi danneggiati.
Prognosi
Sulla prognosi del caso incidono diversi fattori. In particolar modo, si deve tenere conto della patologia che ha scatenato lo shock settico, la rapidità e tempestività dell’intervento, la gravità dei sintomi, la cura, la condizione del paziente e la sua età.
Fare prevenzione
La prevenzione consiste nel cercare di mantenere il sistema immunitario forte. I medici e gli studi sottolineano l’importanza di evitare di fumare, di assumere droghe e bere alcolici. Bisogna evitare di entrare in contatto con fonti di infezione. Per questo motivo si raccomanda di lavare le mani, disinfettare le ferite e di evitare il contatto con persone infette.
È fondamentale seguire una dieta sana ed equilibrata, ricca di vitamine e sali minerali, e bere molta acqua. Anche l’esercizio fisico rappresenta un aiuto nella prevenzione.