Neutrofili bassi: cause principali e quando preoccuparsi

I neutrofili bassi possono essere sintomo e al contempo causa di diverse patologie, soprattutto infezioni batteriche: ecco tutto quello che c'è da sapere ed i valori normali di riferimento

Neutrofili bassi: cause principali e quando preoccuparsi

La condizione dei neutrofili bassi, detta neutropenia, si verifica quando in un millimetro cubo di sangue il loro numero è inferiore a 1.500. Si tratta di un tipo di globuli bianchi che forniscono il principale ‘scudo’ contro le infezioni.

E’ facile intuire che avere i neutrofili bassi, quindi, comporta un maggiore rischio di infezioni batteriche, rischio che aumenta all’aumentare del deficit degli stessi.

Si tratta della tipologia numericamente più rappresentativa di globuli bianchi, e per questo particolarmente importante, la cui misurazione può fornire notizie fondamentali da un punto di vista medico. Come detto, sono le cellule che proteggono l’organismo da agenti estranei (specialmente quelli infettivi), insieme con altri importanti elementi del nostro organismo, come i linfociti.

I neutrofili agiscono seguendo tre fasi: raggiungimento del luogo dell’infezione (chemiotassi), contatto e ingerimento dell’agente estraneo (fagocitosi) e digestione dell’agente (attività microbicida). Durante la loro normale attività, essi migrano nel sangue per un breve periodo (6-12 ore) ad ‘aiutare’ il nostro organismo; dopo, essi vanno a immettersi nei tessuti, dove muoiono dopo qualche giorno.

neutrofili bassi

Il modello della chemiotassi, il primo dei processi messi in atto dai neutrofili

A cosa serve la misurazione dei neutrofili?

La misura dei neutrofili rientra nell’emocromo con formula leucocitaria, un esame di routine per misurare lo stato di salute generale del paziente. Attraverso l’analisi, si ha un supporto nella diagnosi di alcune condizioni e patologie: infezioni, infiammazioni, allergie, neoplasie, malattie autoimmuni, intossicazioni da farmaci o sostanze chimiche, solo per citare le più importanti.

Inoltre, tramite il controllo e la valutazione del numero dei neutrofili si possono tenere sotto controllo alcune patologie specifiche, oltre che, fattore questo molto importante, valutare come il nostro organismo risponde a diversi trattamenti (tra i quali ricordiamo soprattutto la radioterapia e la chemioterapia), in particolar modo in quei trattamenti che tendono a danneggiare il nostro sistema immunitario o a compromettere le funzioni del nostro midollo osseo.

Emocromo con formula leucocitaria

Per misurare il valore dei neutrofili, è sufficiente sottoporsi ad un esame emocromocitometrico (detto anche più semplicemente emocromo), con la formula leucocitaria.

neutrofili bassi

Per misurare i neutrofili bisogna effettuare l’esame emocromocitometrico, più comunemente chiamato emocromo

Sostanzialmente, questo esame consiste nel prelievo sul paziente di un campione di sangue, da una vena del braccio e, solitamente, al mattino e a digiuno; dopo di che, il conteggio dei neutrofili può essere effettuato sia dai contatori elettronici sia mediante l’osservazione al microscopio. Come detto, è importante il digiuno da cibi e bevande per almeno 8-10 ore prima del prelievo, anche se sarà il vostro medico di base (il quale vi prescriverà questo esame quando necessario) a darvi delle indicazioni più precise a riguardo.

I risultati: valori normali

In condizioni di normalità, i neutrofili costituiscono all’incirca il 40-75% delle cellule nucleate del sangue periferico. Il range di ‘normalità’, quindi, consiste da un punto di vista numerico in un valore compreso tra 1.500 e 7.000 neutrofili per millimetro cubo di sangue; tutti i valori al di sopra o al di sotto di questo range, vengono considerati anomali.

Importante, però, è sapere che i valori ‘normali’ di neutrofili nel sangue variano in relazione a numerosi fattori, come età, sesso e anche dalla strumentazione di cui è dotato lo studio medico che effettuerà le analisi. Quindi, per capire se si hanno dei valori anomali o meno, è preferibile far riferimento esclusivamente al range presente direttamente nel referto. Chiaramente, poi, la anomalia o la normalità dei valori varia anche in relazione ad eventuali patologie pregresse.

neutrofili bassi

I neutrofili sono considerati bassi quando il loro valore è al di sotto di 1.500 per millimetro cubo di sangue

Neutropenia e neutrofili bassi

Quando vi sono neutrofili bassi siamo in presenza della neutropenia. Le cause, ovviamente, possono essere diverse. Ad esempio, possono essere causati da malattie genetiche oppure acquisite: un esempio può essere l’anemia aplastica o anche alcuni tipi di infezione (come il tifo). Inoltre, la neutropenia può anche essere causata dagli effetti collaterali dei medicinali antitumorali. Bisogna comunque sempre partire dal presupposto che i neutrofili bassi possono essere sia causa che conseguenza di alcune patologie.

Spesso, la neutropenia viene utilizzata come sinonimo di leucopenia e di granulocitopenia ma, a rigor di logica, non sono propriamente la stessa cosa. Infatti, il significato della prima è quello di abbassamento dei globuli bianchi, ed esso può essere causato anche da altri tipi di leucociti, in particolare dai linfociti. Per la seconda, invece, ci riferiamo ai granulociti, che sono formati in gran parte da neutrofili, è vero, ma non solo: vi sono anche eosinofili basofili, anche se in numero molto modesto.

In generale, possiamo dire che la neutropenia porta ad una maggiore suscettibilità del nostro organismo ad infezioni, soprattutto a quelle batteriche. Posto che sotto i 1.500 neutrofili per millimetro cubo nel sangue si può affermare di avere dei neutrofili bassi, vi sono diverse gradazioni di neutropenia: lieve, quando è compresa tra i 1.500 e i 1.000, con un ridotto rischio di infezione; moderata, tra i 500 e i 1.000, con un moderato rischio di infezione; severa, quando si hanno meno di 500 neutrofili per millimetro cubo, che comporta un alto rischio di infezioni.

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