Come evitare una truffa sentimentale via Facebook

Conosciuto anche con il nome di "scam romantico", in Italia il numero delle vittime sentimentali stanno aumentando sempre di più, causando gravi perdite di somme di denaro.

Come evitare una truffa sentimentale via Facebook

Con il caso di Pamela Prati, in Italia si è ritornato a parlare nuovamente delle truffe online. Purtroppo, negli ultimi anni il numero delle vittime nel nostro paese è aumentato vertiginosamente, e ci sono donne, ed a volte anche uomini, che perdono migliaia di euro a causa di questi raggiri. La generazione più colpita riguarda le persone fra i 40 e i 60 anni.

Grazie all’evoluzione di Internet, queste truffe avvengono tramite social, in particolare su Facebook. La truffa amorosa vede come vittime le donne, più raro l’uomo, che vengono contattate da questi profili falsi che si dichiarano interessati ad approfondire la loro amicizia. Il corteggiamento dura anche alcuni mesi, fino a quando il truffatore, sapendo che ormai la vittima ha abboccato alla sua trappola, comincia a chiedere ingenti somme di denaro. 

Per prevenire questa truffa, bisognerebbe tenere conto di alcuni punti fondamentali. Innanzitutto, spesso il truffatore cerca di stringere un rapporto cordiale nei confronti della vittima, chiedendo sin da subito di fidanzarsi o addirittura di pensare al matrimonio. Una richiesta alquanto esagerata, per una persona che si conosce da un paio di ore al massimo.

Per riconoscere un truffatore, si potrebbero fare delle domande sulla sua sfera personale. Spesso l’uomo si dichiara separato, o vedovo, ed ha almeno due o tre figli. Da qui in poi, inizia a raccontare della sua difficile vita privata, con l’obiettivo di addolcire il cuore della povera malcapitata.

Arrivati a questo punto, la vittima dovrebbe avere già i primi dubbi sulla reale esistenza di questa persona. Un’altra cosa da fare è quella di salvare le foto prese dal suo diario di Facebook. Ad oggi, è possibile verificare l’attendibilità delle foto grazie alla ricerca immagini di “Google“, che permette di caricare una foto per ricercare scatti uguali o almeno simili. Esiste anche un altro motore di ricerca inverso per immagini che fa lo stesso lavoro, di nome “TinEye“.

Infine, arriva il punto cruciale: la richiesta di denaro. Spesso lo “scammer”, con la scusa di voler incontrare la vittima, chiede dei soldi. Inizialmente, le richieste sono abbastanza basse, ma con il tempo, usando la scusa di alcuni contrattempi personali, le richieste di denaro continuano ad aumentare.

Non è sempre facile, ma la vittima a questo punto dovrebbe farsi forza e denunciare l’accaduto alla “Polizia Postale“, spiegando, senza nessun tipo di vergogna, tutta la situazione ed i movimenti fatti.

Su Facebook ci sono anche pagine che si occupano di questa vicenda, come “ACTA Lotta Cybercrime Ass.Contro Truffe Affettive“. Spesso, chiedere un consiglio a loro, oppure ad altre vittime di questa vicenda, può essere di gran aiuto per riprendersi da un dolore del genere.

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