Streaming e gaming: come vivere giocando con i videogame

Anche in Italia, ma lentamente rispetto al resto del mondo, si sta diffondendo sempre di più la "professione" dello "streamer": ragazzi e ragazze che trasmettono on-line le loro partite ai videogame.

Streaming e gaming: come vivere giocando con i videogame

È ormai da qualche anno la notizia che anche in Italia si sta diffondendo sempre di più il fenomeno dello streaming di videogame. Ragazzi e ragazze, soprattutto al di sotto dei 30 anni, spesso studenti, passano diverse ore del proprio tempo libero a giocare a videogame e a trasmettere on-line questa loro attività, con un discreto seguito. Ad ogni ora del giorno e della notte, sui siti dedicati allo streaming, si possono trovare giovani che si cimentano in avventure digitali.

Gli streamer: chi sono gli streamer?

Spesso, come già detto, gli streamer sono ragazzi e ragazze giovani, sotto i 30 anni, che dedicano molto del proprio tempo ai videogame. Alcuni di loro studiano, altri lavorano, altri ancora sono senza lavoro, ma tutti hanno una grande passione per i videogiochi e cercano di trasformare questo interesse in qualcosa di più di una semplice attività per il tempo libero.

Non è raro, però, vedere persone anche più adulte giocare e streammare i propri contenuti. Esistono due tipologie di streamer: il variety streamer, ossia gli streamer che non si dedicano ad un videogame in particolare ma cercano di giocare e di trasmetterne diversi, e gli streamer che invece si dedicano esclusivamente ad un solo videogame, o ad una solo tipologia di videogame.

Piattaforme

Esistono diverse piattaforme per trasmettere il proprio stream. In particolare, le più gettonate, anche in Italia, sono due: Twitch e YouTube Gaming. 

Twitch è la piattaforma più famosa e popolare (tanto che è stata acquisita da Amazon), può contare su 100 milioni di visitatori unici al mese, mentre YouTube Gaming è una costola di YouTube, dedicata esclusivamente al gaming.

Queste piattaforme, generalmente, permettono ad un utente di aprire un proprio canale e, attraverso alcuni software (come OBS), possono trasmettere in diretta via video le proprie partite. Grazie ad una buona webcam e ad un buon microfono, lo streaming può essere di buona qualità e permettere l’interazione tra lo streamer e il suo pubblico. Chi, invece, non vuole streammare, ma vuole solo essere uno spettatore e seguire, può aprire il proprio account/canale e seguire i propri streamer preferiti, interagendo con loro tramite le chat.

Esistono poi altre piattaforme, più recenti ed innovative, come Refereum, che permettono di seguire uno streaming e di guadagnare dei punti virtuali che poi possono essere riscattati in videogame.

Non solo videogiochi

Sebbene il centro di tutto, dello streaming, dell’esperienza e delle piattaforme stesse, siano i videogame, capita spesso di trovare trasmissioni che, talvolta, esulano dai videogame e si concentrano su altri aspetti della vita. Infatti, su Twitch esistono due categorie chiamate IRL (In real life) e Social Eating, dove gli streamer trasmettono, nella prima, momenti della propria vita privata, spesso legati al mondo del gaming (preparazione di cosplay, assemblaggio di pc…) e, nella seconda, cenano o pranzano in compagnia della propria chat, sempre discutendo di tutto e di più.

Succede anche di trovare dei veri e propri format televisivi, come talk show in cui i protagonisti dello streaming parlano di attualità e di altri argomenti legati al mondo del gaming, con ospiti o semplicemente interagendo con la chat. Insomma, da canali per trasmettere partite ai videogame, gli streams possono diventare realtà molto più ampie e complesse, capaci di intrattenere gusti differenti.

Community

Più successo e più visualizzazioni e spettatori uno streamer ha, più è facile che intorno a lui (o lei) si crei una comunità di spettatori fedeli ed affezionati, che popolano, oltre allo stream, anche i profili sulle piattaforme social più conosciute: Facebook, YouTube, Instagram…

E tra lo streamer e la sua community nascono delle collaborazioni: c’è chi si occupa della grafica dei vari canali, chi si occupa di moderare la chat e gestire i profili social, chi aiuta a realizzare video per walkthrough (guide sui videogame) o per “best of”.

Per quanto la professione di streamer possa sembrare solitaria (stare per ore dietro ad un computer chiusi in casa), essa permette invece di creare delle comunità molto ampie e di far incontrare persone che arrivano da tutta Italia (o da tutto il mondo).

Esistono poi dei veri e propri team, delle squadre, dove giocatori professionisti si riuniscono per cercare di partecipare a tornei ed eventi internazionali e prendere così parte agli e-sports (electronic sports).

Guadagni

Se fare lo streamer può diventare una professione, allora ha bisogno dei suoi guadagni. Guadagnare soldi tramite lo streaming avviene principalmente in due modi: tramite la pubblicità e tramite il supporto dei follower.

Nel primo caso, tutte le piattaforme di streaming permettono di trasmettere, di tanto in tanto, dei brevi annunci pubblicitari. Parte delle revenues generate da questi annunci possono finire nel portafogli degli streamer. Inoltre, gli streamer diventano dei veri e propri influencer e sponsorizzano videogame, merchandising, hardware e anche prodotti non legati direttamente al mondo del gaming.

Nel secondo caso, invece, i follower possono supportare il proprio streamer preferito tramite sottoscrizioni al canale o tramite donazioni. Spesso questi soldi vengono usati dai beneficiari per migliorare lo stream: comprare una nuova webcam, una scheda video, un pc, un nuovo videogame. In ogni caso, per poter vivere di questa professione, é necessario streammare per molte ore e avere migliaia di follower.

Rischi

Come ogni cosa su internet, anche lo streaming dei videogiochi porta con sé dei rischi. Forse più di ogni altro ambito del mondo web e digital, i videogame sono un terreno fertile per la rabbia e il cyberbullismo: capita di vedere giocatori che si arrabbiano per partite perse o per le incapacità di altri player.

Sebbene in alcuni casi possa essere anche divertente vedere le reazioni negative di certi giocatori ai colpi di sfortuna legati al gioco, questo atteggiamento può spesso sfociare in rabbia ed insulti immotivati ed incontrollati.

Non è semplice

Fare lo streamer non è così semplice come possa sembrare. Riuscire ad aprire un canale, su Twitch o YouTube che sia, e riuscire ad avere un seguito di pubblico e successo, richiede molto impegno e grandi capacità. Non basta, infatti, limitarsi a trasmettere le proprie partite ai videogame. Bisogna essere bravi a coinvolgere i propri spettatori, decidendo prima di tutto di trasmettere videogame di tendenza e che, soprattutto, possano essere interessanti ed intrattenere il pubblico, ma organizzando anche attività con essi: raduni, coaching, tornei…

Poi è necessario interagire: una persona che sta zitta e si limita a giocare non avrà successo. È importante parlare con la chat, rispondere ai messaggi (anche quelli più negativi) e raccontare costantemente quello che si fa durante il gioco, per rendere partecipe il pubblico e, perché no, insegnargli a giocare meglio.

Infine, ovviamente, bisogna essere dannatamente bravi a giocare: a nessuno piace vedere una squadra di calcio che perde sempre. In fondo, anche fare lo streamer può essere un lavoro vero con le sue difficoltà, le sue responsabilità e le sue soddisfazioni.

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