Qualcuno di voi, almeno per sentito dire, conosce il disturbo chiamato sindrome di Calimero. Si tratta di un problema che riguarda i papà, i quali si sentono esclusi dal rapporto viscerale che lega la madre al figlio. Facciamo, però, un passo indietro: quante volte ci capita, in mezzo alla strada, di vedere padri giocosi, affettuosi e felici nei confronti dei loro figlio?
Tante, fortunatamente. E questa situazione deriva dal fatto che tra i due genitori si è instaurato un rapporto di grande complicità nella crescita del figlio: rispettare i ruoli di entrambi, i loro doveri, ma soprattutto i loro diritti nei confronti del nascituro, è infatti la soluzione ideale per far crescere bene il proprio figlio e per sentirsi realizzati come genitori.
Qual è il segreto? Lasciare che il padre faccia il padre! Più semplice a dirsi che a farsi, in realtà, perché quella che potrebbe risultare una cosa ovvia è in realtà frenata da due tipi di situazione: una, che riguarda la madre, sta nel pretendere un rapporto esclusivo (sia pratico che ‘morale’) nei confronti del proprio figlio nelle prime settimane di vita; l’altro, ovviamente, sta nell’incapacità del padre nello svolgere un ruolo molto delicato. Il papà, infatti, deve essere sì presente e ‘attivo’, ma senza togliere lo spazio naturale che spetta alla madre. E infatti, la realtà ci mostra dati preoccupanti.
Secondo alcuni dati di uno studio condotto dall’agenzia Found! Mood Communication Strategy, Public & Digital Relations, infatti, circa il 26% dei padri si sentirebbe escluso dal rapporto che intercorre tra madre e figlio/a, mentre il 21% si sentirebbe addirittura ignorato. Percentuali preoccupanti, che studiate nel dettaglio fanno ancor più paura: di questa fascia appena espressa, infatti, il 34% si sentirebbero chiamati in causa solo per un sostentamento economico, il 35% pensa che le loro esigenze di padri (e di compagni) vengano messe da parte a favore del figlio, mentre quasi un padre su 3 (il 31%) pensa che non ci sia un effettivo riconoscimento del loro ruolo di padre. Una situazione, a quanto dicono i numeri, decisamente allarmante, che può essere dovuta a numerose cause.
La sindrome di Calimero, nella fattispecie, è solo una (la più importante) dei disturbi che possono venire ad un padre dopo il parto della propria compagna, a sua volta a forte rischio di quella che viene definita depressione post-partum. Il motivo che porta alla sindrome di Calimero, e quindi a sentirsi esclusi e messi da parte dalla propria compagna e dal rapporto con la figlia, è innanzitutto la mancanza di tempo: quando la donna è in maternità, è l’uomo a prendere le redini della famiglia da un punto di vista economico, e gli orari lavorativi non sono sempre compatibili con l’esigenza della madre e del neonato.
Nell’uomo, quindi, nasce una insopportabile sensazione di star perdendo i momenti più belli di una coppia, una sensazione che a sua volta lo porta a sentirsi distaccato da quell’amore viscerale che, nel frattempo, sta nascendo tra madre e figlio. Beninteso, anche l’uomo prova delle forti emozioni post parto, ma è proprio il disattendere (per motivi di forza maggiore) le promesse che egli fa nei confronti di se stesso per quel che concerne l’essere vicino alla moglie e al nascituro che crea una forte sensazione di spaesamento, di cui la sindrome di Calimero ne è l’espressione più comune.
Come sconfiggere la Sindrome di Calimero
Quello immediatamente successivo al parto è un momento fondamentale nel ‘ciclo vitale’ della famiglia, messa di fronte ad una responsabilità più grande di quella che ci si possa immaginare. E’ qui che si mette alla prova come coppia, prima che come genitori. Da un punto di vista individuale, peraltro, sembra comunque essere la donna a dover subire il maggiore stress, sia sotto l’aspetto psicologico che sotto quello fisiologico: è per questo che il supporto e la presenza del compagno diventano di fondamentale importanza. Ed è qui che nasce la pressione per l’uomo, che al suo senso di inadeguatezza scatena un meccanismo psicologico di difesa, che vede nell’altro al di fuori di sé la causa dei suoi problemi.
E allora, come si può sconfiggere la sindrome di Calimero? Innanzitutto, discutetene subito con la vostra compagna: se vi sentite esclusi, il silenzio non farà altro che alimentare accuse e dubbi, che scateneranno una reazione a catena da cui diviene sempre più difficile uscire. Gestite bene il vostro tempo: la vostra compagna capirà che non potete essere sempre presenti, ma al momento di starle vicino non fatele mancare niente, a lei come al neonato.
Rincuorate la vostra compagna quando perde la pazienza: ricordate che anche lei è decisamente sotto pressione! In sostanza, la soluzione per uscire dalla sindrome di Calimero è quella di fare un salto di qualità: da coppia coniugale, dovrete imparare ad essere coppia genitoriale, aiutandovi l’un l’altro come un vero team. Comunicazione e cooperazione, quindi, sono la vera, unica soluzione!