Una persona su cinque, nel mondo, soffre di colon irritabile secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità. Non viene definita come patologia, ma è un disturbo intestinale con periodi di remissione e periodi di riacutizzazione. Chi soffre di colite, vede le pareti del colon – una parte dell’intestino – diventare maggiormente sensibili rispetto al normale. Le pareti si infiammano con facilità, portando dolori, fastidi e a un’alternanza tra stipsi e diarrea.
Il colon irritabile viene diagnosticato tramite un test diagnostico, messo a punto da un comitato internazionale, che si basa su anamnesi del paziente e valutazione dei sintomi per 12 settimane in un anno, non necessariamente consecutive. Fino a qualche anno fa, la paura era che la colite potesse essere l’anticamera del tumore del colon retto; così non è, come hanno sentenziato i ricercatori di uno studio condotto dall’Università del Michigan. Il disturbo si può tenere sotto controllo con un’alimentazione corretta e uno stile di vita meno ansioso.
È stato anche scoperto che l’intestino è una sorta di secondo cervello, con tanto di neuroni specifici, detti intestinali, che interagiscono con il cervello vero e proprio. Nei soggetti affetti da questo problema, questa comunicazione risulterebbe non corretta.
I sintomi del colon irritabile
Chi soffre di colite, generalmente vede alternarsi periodi di stitichezza e di diarrea. Altri sintomi comuni sono il dolore e i crampi addominali, talvolta alleviati dalla defecazione o dall’espulsione di gas intestinali, gonfiore e flatulenza, emissione di muco insieme alla feci, che spesso è sintomo di un’infezione locale, se associato a febbre.
In generale, il colon irritabile non dà dolore durante la notte, ma se così non fosse è consigliabile eseguire diagnosi più approfondite, che vanno fatte anche se c’è un cambiamento improvviso e completo del funzionamento intestinale, per esempio se si passa da un periodo di stitichezza a uno con numerose scariche liquide senza motivo apparente.
Dovessero comparire anche sintomi come l’anemia, il sanguinamento di colore rosso vivo insieme alle feci, febbre o perdita di peso, è consigliabile contattare al più presto il gastroenterologo.
Colon irritabile: le possibili cause
La scienza e la medicina non sono arrivate a una risposta unica sulle cause della sindrome del colon irritabile. Spesso, i fattori che scatenato questo disturbo sono sia di natura psicologica, sia di natura fisica.
A volte si tratta di infezioni batteriche o virali che causano l’infiammazione del colon (cibi, farmaci), oppure di malattie (gotta e diabete). Ma se diventa una cosa cronica, non è detto che alla base ci sia una causa ben precisa (come può essere invece per la colite ulcerosa o il morbo di Crohn).
Il più delle volte la questa sindrome è chiamata anche colite nervosa poiché è causata da un forte stress a livello mentale. Del resto, l’intestino è il nostro secondo cervello.
A livello fisico, invece, la colite può venire a causa di una dieta (ipersensibilità o intolleranza a determinati alimenti, stile alimentare inadeguato, povero di acqua o di fibre), per alterazione della flora intestinale normale, con aumento dei microrganismi patogeni, d’infestazione parassitaria cronica dell’intestino.
Rimedi per la colite
Il primo rimedio per la colite è l’alimentazione. Deve essere corretta, indicata da un medico, e prevedere comunque l’assunzione di tutte le sostanze necessarie al nostro organismo. Le fibre, per esempio, possono diventare un forte alleato contro i disturbi, in particolare aggiungendone 25 grammi all’alimentazione quotidiana.
Tra i rimedi naturali si considera anche la gomma di guar, fibra quasi miracolosa, in grado in soli tre mesi di togliere tutti i sintomi fastidiosi del disturbo, compreso lo stato di ansia. La fibra di gomma di guar si può acquistare liquida, da bere al mattino a colazione, o in polvere, da aggiungere agli alimenti visto che non ha sapore.
Un ulteriore rimedio da adottare per diminuire i sintomi del colon irritabile è l’assunzione di probiotici. Questi favoriscono i giusti equilibri intestinali. In particolare, il Lactobacillus casei Shirota mantiene bilanciata la microflora intestinale, migliorando nel contempo le funzioni di difesa dell’intestino. La conseguenza è la diminuzione del gonfiore addominale e della stipsi. Il momento migliore per assumere i probiotici è la mattina a colazione. Non c’è assuefazione, si possono assumere per mesi tutti i giorni.
Abbiamo lasciato per ultima la farmacologia, rimedio utile, ma non risolutivo. In particolare, esistono calmanti, antidepressivi e medicinali a base di sostanze che rilassano le pareti dell’intestino nel momento in cui c’è il fastidio.