Gomito del tennista: sintomi, cura e rimedi

Il gomito del tennista è un disturbo da tenere assolutamente sotto controllo, prima di farlo diventare cronico: ecco cosa sapere a riguardo ed alcuni consigli per alleviare il dolore

Gomito del tennista: sintomi, cura e rimedi

Partiamo col dire che no, il gomito del tennista non è un problema che riguarda solo i tennisti. Riguarda, però, un muscolo che i tennisti utilizzano particolarmente, esponendoli così a maggiori rischi: i tendini che legano l’omero al gomito.

Ed è proprio l’infiammazione dei tendini che, in soldoni, definisce questa patologia nota anche in termini medici come epicondilite omerale. Nei casi più gravi, nel caso cioè in cui il problema non venga affrontato con tempestività, o peggio ancora si sforzi ulteriormente quella zona del corpo, il gomito del tennista può portare anche alla lacerazione di uno o più tendini.

Gomito del tennista: le cause e i sintomi

Il movimento tipico del tennista consiste, ovviamente, nel colpire la pallina con la racchetta. Nel farlo, vi è una sollecitazione dell’articolazione del gomito che, quando è ripetuta un’infinità di volte, porta a delle microlacerazioni dei tendini che, a loro volta, portano a questa fastidiosissima patologia.

Nonostante il nome derivi da chi gioca a tennis, però, è bene ricordare che questo tipo di problema non riguarda affatto solo i vari Federer e Nadal. Oltre alla sollecitazione continua, infatti, il gomito del tennista è causato anche dal motivo opposto, ovvero il mantenimento della stessa posizione per lunghi periodi di tempo.

Il gomito del tennista deve il suo nome al fatto che, a causa dei movimenti che fanno, ne sono affetti principalmente i tennisti. Ma non sono i soli...

Il gomito del tennista deve il suo nome al fatto che, a causa dei movimenti che fanno, ne sono affetti principalmente i tennisti. Ma non sono i soli…

A chi ci riferiamo? Ad esempio, a figure professionali come pianisti, tastieristi o dattilografi, i quali sono costretti a mantenere una stessa posizione (col gomito leggermente flesso) per lunghi periodi di tempo, o anche per chi sforza particolarmente il polso, movimento che causa un problema anche ai tendini in questione.

E allora, come accorgersi che c’è qualcosa che non va? Innanzitutto, nella fase iniziale si avverte un leggero dolore alla parte esterna del gomito. In principio, ce ne si accorge soltanto nel momento in cui si esercita una leggera pressione sulla zona, oppure ancora quando bisogna afferrare un oggetto: quest’ultimo movimento, infatti, anche se non ce ne accorgiamo, comporta uno sforzo combinato di mano, polso e anche gomito.

In particolare, se la sollecitazione della zona in questione è sollecitata durante l’orario diurno di lavoro, non di rado il dolore si acuisce nelle ore serali, quando il braccio è a riposo. Nel caso non venga diagnosticato e soprattutto curato tempestivamente, il dolore tende a intensificarsi nel giro di poche settimane, fino a causare una ridotta mobilità del braccio in questione. Prima di arrivarci, cercate di prestare attenzione a questi piccoli campanelli d’allarme.

Nonostante, come appena detto, dai primi dolori all’intensificarsi del fastidio passino solo poche settimane, è bene specificare che, proprio per la natura della patologia, il gomito del tennista è un tipo di disturbo che va a crearsi negli anni. Si tratta di una usura dell’articolazione, e proprio per questo il dolore rappresenta solo la punta dell’iceberg di una situazione che si è andata stratificando nel tempo.

Un movimento continuo, che va a lacerare i tendini: questa la principale causa di questo problema

Un movimento continuo, che va a lacerare i tendini: questa la principale causa di questo problema

Nei casi più trascurati, non di rado il dolore si trasforma in una vera e propria cronicizzazione del danno, che porta ad una più difficile cura. Oltre ovviamente ad agire tempestivamente col vostro medico non appena sentite i primi fastidi, quindi, il nostro consiglio è quello di anticipare i tempi nel caso facciate uno di quei lavori che comportano i tipi di movimenti sopra descritti, o anche se avete una passione che comporta, nel corso degli anni, una grave usura di questa articolazione.

Terapia e consigli

Sembra banale da dire, ma per eliminare l’infiammazione e il dolore è innanzitutto necessario limitare (o quanto meno limitare in maniera temporanea) le attività che possono essere state causa del danno. Per curare l’infiammazione tramite farmaco, invece, il vostro medico vi consiglierà il ricorso a farmaci antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti FANS), che hanno una doppia azione, analgesica e antinfiammatoria, che combinate riescono a lenire sia l’infiammazione che il dolore che essa comporta.

Riposo, sicuramente, ma non immobilità. A tal proposito, il nostro consiglio qualora vi sia un’usura dell’articolazione che comporta la nascita del gomito del tennista è quello di farvi seguire da un bravo fisioterapista, per poter effettuare dei movimenti che tendono a non peggiorare la situazione del vostro gomito tramite un percorso riabilitativo e di allenamento.

Per quel che concerne il dolore locale, il vostro medico vi prescriverà dei FANS come l’iboprufene, il ketoprofene o ancora il diclofenac, spesso sotto forma di crema o di gel, così da far assorbire il principio attivo direttamente nella zona interessata. Si tratta, quindi, di un’azione mirata per combattere l’epicondilite, diminuendo al contempo anche gli effetti collaterali, dato che, appunto, queste creme vengono utilizzate a livello topico.

Nei casi più gravi, si possono rendere necessarie anche delle infiltrazioni di acido ialuronico

Nei casi più gravi, si possono rendere necessarie anche delle infiltrazioni di acido ialuronico

Quando il fisioterapista e l’uso combinato di analgesici e antinfiammatori non fa effetto, vuol dire che la situazione è già più seria. In relazione alla gravità, si dovrà propendere quindi per altre soluzioni, che vanno dalle infiltrazioni di acido ialuronico (o anche di cortisone) fino all’extrema ratio, l’intervento chirurgico.

Se per l’assunzione dei FANS dovrete consultare il medico, a maggior ragione per le infiltrazioni e per l’intervento chirurgico dovrete agire solo dopo aver effettuato diversi esami, e solo dopo che uno specialista vi avrà fatto capire che non vi sono altre soluzioni meno ‘invasive’.

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