L’epoca moderna è stata caratterizzata da periodi di grandi contraddizioni e di eccessi straordinari, ancora oggi in molte situazioni ed in svariati campi possiamo riscontrare ideologie e comportamenti agli antipodi che non risultano funzionali al benessere ed all’equilibrio naturale delle cose né in un senso, né nell’altro. Anche il mondo del fitness e – volendo ricercare una definizione a più ampio respiro per un approccio maggiormente olistico – del benessere in generale ha il suo bel da fare in questo senso: a tal proposito condizioni gravi come l’anoressia o la vigoressia maschile rappresentano alcuni dei più grandi equivoci che siano mai stati creati in tal senso.
Certo oramai sappiamo che molte delle cause di morte più diffuse nei Paesi industrializzati riguardano proprio le patologie a carico dell’apparato cardiovascolare, i cui marker di rischio si riaffermano nell’ipertrigliceridemia, nell’ipercolesterolemia, nell’ipertensione, nel diabete e nel sovrappeso (o nell’obesità). Tutte condizioni facilmente raggiunte da regimi di sedentarietà uniti ad un’alimentazione scorretta. Ciò che pochi comprendono però è che anche un eccesso nel senso opposto può essere altamente nocivo per la salute: la vigoressia è proprio uno di quei casi.
Cos’è la vigoressia maschile
Per comprenderne le cause è innanzitutto necessario comprendere quale sia il clima nel quale viviamo oggi, quantomeno per quel che concerne l’ambito del wellness, dunque del benessere a trecentosessanta gradi. Gli enormi progressi fatti nell’ambito della ricerca, in particolar modo delle scienze mediche, delle scienze sportive e di quelle alimentari hanno reso noto che uno stile di vita carente in quanto ad attività fisica e caratterizzato da una dieta insalubre e disequilibrata possa aumentare esponenzialmente il rischio di mortalità dovuto a patologie cardiovascolari, oltre a peggiorare in maniera drammatica la qualità stessa della nostra vita.
In altre parole oggi tutti sanno che mangiare sano e fare allenamento in dosi adeguate è la migliore ricetta non solo per vivere più a lungo, bensì anche per godersi al meglio gli anni di vita dei quali si può disporre. Tuttavia anche questa situazione ha avuto i suoi eccessi, e questo problema è forse il più eclatante tra questi.
Nota anche con i nomi di bigoressia ed anoressia inversa, è classificata come un disturbo dell’alimentazione al pari dell’anoressia nervosa, ma da questa differisce totalmente in quanto l’immagine finale che il paziente ricerca non riguarda la magrezza ossessiva, quanto piuttosto la costruzione muscolare.
In altre parole si tratta di una forma di anoressia di chi è ossessionato dal desiderio di aumentare a dismisura la propria massa muscolare anche a scapito della propria salute. Per questa ragione si parla quasi sempre di vigoressia maschile, in quanto le donne – per ragioni socioculturali – sono solitamente molto più sensibili al tema del dimagrimento piuttosto che a quello dell’incremento della muscolatura (eventualità che, al contrario, la maggior parte delle frequentatrici dei centri fitness teme in maniera straordinaria, spessevolte persino eccessiva).
Vigoressia maschile: sintomi e cause
Le cause sono da ricercarsi per la maggior parte dei casi nella scorretta percezione del proprio corpo, esattamente come accade nei casi di anoressia. Questo disturbo è infatti una dismorfofobia, ovverosia una fobia che nasce dall’errata percezione che una persona può avere del proprio aspetto fisico (secondo la maggior parte degli esperti di salute mentale, le dismorfofobie sono manifestazioni di disturbi ossessivo-compulsivi, mentre altri la inquadrano semplicemente come un disturbo alimentare).
Per questa ragione così come gli anoressici continuano a vedersi grassi anche quando sono evidentemente sottopeso, i vigoressici continuano a percepire il proprio corpo come magro e carente di muscolatura anche quando le evidenze dicono tutt’altro.
Ciò può portare chi è affetto da questo disturbo ad affrontare sessioni di allenamento massacranti associate a diete iperproteiche pericolose per la salute, nonché allo sfruttamento di, integratori alimentari, sostanze dopanti ed anabolizzanti al fine di guadagnare ulteriore massa muscolare.
I sintomi sono dunque un’eccessiva preoccupazione per il proprio aspetto fisico, correlata per l’appunto alla muscolatura, una preoccupazione ossessiva per l’alimentazione (in particolar modo per le calorie e la quota di proteine ingerite) ed una dedizione nei confronti delle sessioni di allenamento che diventa cieca, superando persino l’amore per i propri amici e familiari e per la propria stessa salute.
Terapia da seguire
La più grande trappola della vigoressia risiede proprio nella difficoltà della diagnosi, dal momento che dal punto di vista puramente estetico un soggetto affetto da questa condizione può apparire perfettamente sano (al contrario di una persona anoressica, la quale si mostra vistosamente sottopeso già ad una prima occhiata). Questo può portare ad una tardiva scoperta del problema, nonché a grosse difficoltà nel far comprendere al paziente stesso di essere affetto da una forma di dismorfofobia e di avere bisogno di cure specializzate.
Il paziente può andare incontro a danni anche gravi tra i quali figurano l’isolamento sociale, patologie a carico dei reni e del fegato (eccesso di proteine nella dieta, utilizzo di steroidi anabolizzanti ed abuso di integratori alimentari), depressione e propositi suicidi e sovrallenamento (nel qual caso la massa muscolare andrà regredendo, coincidendo con un peggioramento della condizione stessa dal punto di vista psicologico oltre che fisico).
Come nel caso dell’anoressia nervosa, anche la vigoressia necessita di un duplice intervento che comprende il supporto psicologico da parte di personale medico nonché di amici e familiari. Qualora il caso in questione dovesse richiederlo, la terapia psicologia può essere associata ad una terapia farmacologica a base di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.