La dieta iperproteica è uno dei metodi più utilizzati dagli uomini per cercare di dimagrire, o per tentare di aumentare il volume della propria massa muscolare. Ma quali sono i suoi benefici effettivi per la salute? Quali rischi comporta? E soprattutto, in cosa consiste?
Come suggerisce il nome stesso, la dieta iperproteica si basa sull’aumento dell’assunzione giornaliera di proteine, al quale viene parallelamente affiancata una diminuzione (talvolta una quasi totale eliminazione) della presenza di carboidrati nel piatto. Questo modello alimentare viene utilizzato con particolare frequenza dagli sportivi, o dagli uomini che intendono sviluppare la propria massa muscolare. Ma vi si può fare ricorso anche senza la necessità di un allenamento costante in palestra, con l’obiettivo primario di riuscire a perdere qualche chilo.
Il termine “dieta iperproteica” può venire utilizzato per descrivere diverse abitudini alimentari anche non necessariamente finalizzate allo stesso scopo. Una dieta per l’aumento della massa muscolare dev’essere infatti necessariamente differente da una orientata al dimagrimento, e dunque ipocalorica.
Inoltre molte persone sono convinte che un regime alimentare di questo genere debba prevedere per forza l’assunzione di enormi quantitativi di carne: sbagliato. Una dieta sana, per poter essere definita tale, dev’essere bilanciata. Non è solo la carne a contenere proteine, ma anche uova, pesce e legumi ad esempio sono alimenti ricchi di questi macronutrienti. E’ dunque possibile, ad esempio, riuscire a seguire una dieta iperproteica vegetariana senza alcun genere di difficoltà (come fanno già numerosi culturisti che hanno voluto rinunciare al consumo di carne).
Dieta iperproteica per dimagrire: funziona?
Il principio base della dieta iperproteica applicata al dimagrimento, è quello di sostituire i carboidrati con le proteine, allo scopo di eliminare le riserve di grasso. Ciò è possibile grazie a diversi fattori, primo tra tutti il fatto che le proteine stimolino la produzione di insulina in maniera significativamente minore rispetto ai carboidrati (una forte presenza di insulina nel sangue determina un maggiore accumulo dei depositi lipidici).
Inoltre le proteine danno un maggiore senso di sazietà. Ma in che proporzione dovremo abbandonare gli zuccheri complessi, per poter intraprendere una dieta iperproteica efficace? La dieta mediterranea prevede di coprire il fabbisogno calorico con un apporto di carboidrati pari a circa il 55% dei macronutrienti totali; il restante 50% viene coperto da grassi (30%) e proteine (15%).
La dieta iperproteica propone di raddoppiare letteralmente il consumo di queste ultime, abbassando le percentuali di carboidrati (40%) per fare spazio all’introduzione delle biomolecole amminoacidiche (30%). Ma per quale ragione questo regime alimentare ha trovato enorme fortuna tra i dietologi di tutto il mondo? Il motivo principale che ha determinato la fortuna della dieta iperproteica, è la sua rapidità nel consentire chi vi si sottopone a perdere peso. Grazie a questo metodo, si possono riuscire a perdere anche fino ad una decina di chili in 3 settimane.
Ma com’è possibile che sia così veloce? Il motivo è semplice: quante volte vi sarete sentiti ripetere che i carboidrati proteggono i grassi? Gli zuccheri complessi forniscono energia nel lungo periodo, necessaria a compiere sforzi prolungati (ne fanno largo uso ad esempio i nuotatori); ma se non accompagnata dall’esercizio fisico frequente, l’assunzione di carboidrati permette al corpo di disporre di energia a lungo termine. In questo modo i depositi di grasso non vengono intaccati, poiché fintanto che vi saranno zuccheri dai quali attingere, questi ultimi avranno la precedenza.
Riducendo l’assunzione di carboidrati si elimina parzialmente il primo “scudo” dei grassi, costringendo il corpo a sfruttarli per produrre energia. Inoltre gli amminoacidi sono i primi costituenti dei muscoli, e il loro sfruttamento intensivo permette di dimagrire senza intaccare la massa magra. Anche la scelta dei carboidrati da assumere è di grande importanza: si dovrebbero infatti preferire quelli provenienti da pane e cereali integrali e frutta (che permetteranno inoltre di introdurre nell’organismo un ottimo apporto di fibre), anziché i tradizionali pane e riso bianco.
Riassumendo: anziché assumere 1 grammo di proteine per chilogrammo di peso corporeo come prevede la dieta mediterranea, con quella iperproteica andremo ad assumere 2 grammi di proteine per chilo di peso, riducendo l’introduzione di carboidrati e cambiando le fonti dalle quali attingeremo per ottenere gli zuccheri complessi.
La dieta iperproteica fa male?
C’è chi fa largo ricorso alla dieta iperproteica per fare massa muscolare, e chi per dimagrire. Eppure i pareri non sono unanimemente entusiasti. Vi sarà capitato probabilmente di sentire parlare (o leggere) dei danni della dieta iperproteica, ovverosia delle possibili controindicazioni comportante dallo sfruttamento di questo regime alimentare.
Quest’ultima infatti non è priva di “contro”: può infatti provocare negli uomini mal di testa, ed un senso di grande affaticamento (nel caso di dieta ipocalorica), mentre nelle donne può arrivare a causare disordini del ciclo mestruale. Inoltre tra gli effetti collaterali di questa dieta, se seguita in maniera troppo rigida, vi possono essere nausea, vomito e diarrea, nonché affaticamento epatico e danneggiamento dei reni; in ultima, se non assumerete fibre in buona quantità, potrete arrivare a fare i conti anche con la stipsi (stitichezza).
Come fare per evitare questo stuolo di controindicazioni? Innanzitutto, è bene consultare un dietologo prima di intraprendere qualsiasi iniziativa personale: chi ha già problemi ai reni o soffre di colesterolo alto, è il primo candidato ad incorrere in pesanti effetti collaterali nel caso decida di sottoporsi a questo tipo di regime alimentare. Inoltre come suggerito poc’anzi, eliminare i carboidrati può garantirvi un dimagrimento efficace, ma anche portarvi a soffrire di disturbi anche gravi dovuti alla cattiva alimentazione. L’ideale rimane perciò mantenere il giusto apporto di zuccheri complessi nella dieta, in modo tale da poter fare sì che quest’ultima possa essere veramente definita sana e bilanciata.