La fimosi del prepuzio (conosciuta anche gergalmente, seppure in maniera non del tutto corretta, come restringimento del prepuzio) è una condizione medica che interessa l’orifizio prepuziale, tale per cui il glande non riesce a fuoriuscire interamente dal prepuzio. Si tratta quindi di una strozzatura (stenosi) che non consente al prepuzio stretto di ritrarsi oltre il glande, e può dare adito a diversi disturbi particolarmente fastidiosi; al punto da rendere necessaria un’operazione di chirurgia per giungere alla risoluzione del problema, nei casi più gravi.
Tuttavia non si tratta affatto di una patologia, come alcuni sono portati a pensare, bensì di una peculiarità morfologica che può caratterizzare un uomo fin dall’infanzia. La fimosi del bambino non è infatti così infrequente, ed è conosciuta con il nome di fimosi congenita. Questa condizione può provocare diverse complicanze indesiderate, a seconda della gravità della stenosi.
Diagnosticare una fimosi è relativamente semplice: è sufficiente un’osservazione clinica da parte di un medico per valutare se si è interessati da questa peculiarità, senza necessità di alcun esame bioptico (salvo si avverta anche difficoltà ad urinare, in questo caso è meglio sottoporsi ad esami accurati alle vie urinarie).
Cause e sintomi della fimosi
La fimosi del prepuzio può essere provocata da diversi fattori, il più comune dei quali è quello genetico. Nei casi della fimosi congenita, introdotta in precedenza, questa condizione è presente sin dalla nascita del bambino. Si parla invece di fimosi acquisita quando la stenosi si presenta come diretta conseguenza di processi come balanopostite (un’infiammazione che interessa sia la superficie del glande, detta balano, sia il prepuzio stesso, chiamato per l’appunto anche poste), infezioni fungine o batteriche che coinvolgono i genitali e dermatite ammoniacale.
Tra i sintomi della fimosi vi sono dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia), difficoltà nell’avere un’erezione e, nei casi più seri, dolore al momento della minzione. Inoltre, potrebbe condurre ad un restringimento progressivo dell’orifizio esterno dell’uretra (meato uretrale). Il quadro sintomatologico dipende dalla gravità della stenosi: si parla di fimosi non serrata quando è possibile effettuare uno scoperchiamento almeno parziale del glande, mentre nel caso in cui ciò non sia possibile ci si riferisce a questo disturbo come fimosi serrata.
Una menzione a parte la merita la parafimosi: si tratta di una conseguenza potenzialmente molto dannosa, che si verifica quando un paziente caratterizzato da questa condizione riesce inizialmente a scoprire del tutto il glande in erezione, ma quest’ultimo rimane incastrato nella strozzatura creatasi, senza potersi ritrarre nuovamente entro il prepuzio. Questa condizione necessita di un intervento immediato e tempestivo, in mancanza del quale possono verificarsi gravi danni al pene, con probabile edema del prepuzio ed ulcerazione necrotica dei tessuti. La parafimosi è caratteristica dei pazienti affetti da fimosi non serrata.
Fimosi prepuziale e la circoncisione: rimedi più efficaci
Tra le complicanze più gravi vi è sicuramente quella relativa alla corretta igiene intima: l’impossibilità di detergere adeguatamente il glande favorisce infatti l’accumulo di smegma e urina, aumentando considerevolmente il rischio di contrarre infezioni ai genitali. Inoltre un prepuzio dolente, irritato o pruriginoso è caratteristico degli uomini affetti da questo problema. Per questo sono stati ideati sin dall’antichità diversi rimedi per porre rimedio a questa condizione, il più comune dei quali è la circoncisione.
Al giorno d’oggi la circoncisione viene praticata in un ambiente sterile previa anestesia locale, ed è una delle terapie più diffuse per la cura della fimosi. Si tratta dell’asportazione del prepuzio, in seguito alla quale il glande rimane irrimediabilmente scoperto. I vantaggi di questo metodo sono relativi alla sua efficacia risolutiva totale, mentre tra gli svantaggi il più evidente è certamente quello di lasciare il glande senza la sua naturale protezione, quindi più facilmente attaccabile dagli agenti esterni, oltre al fatto che avere un pene circonciso crea imbarazzo a molti uomini.
Una soluzione meno invasiva è rappresentata dalla postectomia parziale, un intervento analogo alla circoncisione, ma durante il quale viene rimossa solo una porzione del prepuzio. Questo intervento è consigliabile quando la fimosi si manifesta con un restringimento ad anello molto stretto nella zona interessata, mentre il resto si presenta ampio e non comporta alcun genere di fastidio. In entrambi i casi le ferite si rimarginano in media in 2 settimane, mentre il ritorno all’attività sessuale può richiedere circa 3-4 settimane.
L’operazione non è tuttavia l’unico metodo consigliato per tentare di risolvere questo problema (sebbene sia opportuno ricorrervi nei casi più accentuati): alcuni testi medici consigliano infatti lo svolgimento di esercizi per la fimosi, consistenti in una sorta di ginnastica del prepuzio mediante lo scorrimento di quest’ultimo.
Le informazioni a riguardo sono comunque contraddittorie, ed in alcuni casi del tutto antitetiche: vi sono infatti medici che avallano questa soluzione, e dottori che invece la sconsigliano vivamente, indicando nella ginnastica prepuziale (specie se praticata in tenera età) una delle principali cause dello sviluppo della fimosi acquisita.