L’Italia non sa esattamente cos’è il colesterolo. Soprattutto i giovani; l’Istat ha rilevato come oltre il 20 per cento degli under 20 non abbia mai controllato il proprio livello di colesterolo. Qualcuno, magari, leggendo questo articolo lo farà perché controllare il colesterolo è fondamentale per la nostra salute ed anche mangiare gli alimenti che abbassano il colesterolo.
La prima prevenzione sta proprio qui, sulle nostre tavole ed è per questo motivo che spesso sentiamo parlare di diete disintossicanti, in cui si attribuisce agli alimenti un’azione purificatrice dell’organismo. E’ meglio privilegiare i cibi che fanno abbassare il livello ed evitare quelli che invece lo fanno alzare. Naturalmente, parliamo di colesterolo cattivo, da non confondere con quello buono. Il primo viene chiamato comunemente colesterolo Ldl e si trova principalmente nei grassi idrogenati e, in misura inferiore, nei grassi vegetali non idrogenati. Il valore massimo di quello buono più quello cattivo non dovrebbe superare i 200 mg/dl.
Non dimentichiamo che il colesterolo, nel nostro organismo, svolge una funzione importante: è un componente delle membrane cellulari, di cui regola fluidità e permeabilità; è il precursore della vitamina D, dei sali biliari e degli ormoni steroidei, sia maschili sia femminili (testosterone, progesterone, estradiolo, cortisolo). E’ un composto organico appartenente alla famiglia dei lipidi steroidei.
Quali sono gli alimenti che abbassano il colesterolo
Vediamo dunque quali sono gli alimenti che fanno abbassare il colesterolo. Partiamo dall’avena: con 60 grammi al giorno possiamo abbassare il livello del colesterolo anche del 6 per cento in pochi giorni. I cereali integrali, essendo ricchi di fibra, accelerano il transito intestinale, riducendo quindi l’assorbimento di colesterolo.
Tra gli alimenti che abbassano il colesterolo ci sono i legumi: secondo uno studio americano, consumarne 100 grammi al giorno, in tre settimane, porta alla diminuzione di 10 mg/dl. Frutta e verdura di stagione, con fibre e antiossidanti, ostacolano il deposito del colesterolo nelle arterie. Le noci: consumarne sette al giorno, per 5-6 giorni alla settimana, riduce il colesterolo del 5-6%.
Il pesce. Gli omega-3, di cui è ricco – soprattutto il pesce azzurro – hanno azione anti infiammatoria sulle arterie, dunque riducono la produzione di colesterolo Ldl. La quantità giusta sarebbe tre volte alla settimana salmone o pesce azzurro. La frittura di pesce è invece da evitare.
Ci sono cibi che, pur in presenza di valori del colesterolo un po’ alti, è permesso mangiare: pasta (ma non quella ripiena, che è da limitare), dolci fatti in casa senza burro, uova o panna, carne magra (petto di pollo, tacchino o coniglio), prosciutto crudo magro, formaggi freschi, uova sode o frittate senza condimento, pane integrale, frutta, verdura e alimenti di origine vegetale.
Colesterolo alto: alimenti da evitare
Se il colesterolo cattivo ha valori alti, alcuni alimenti sono praticamente veleno. Quindi non vanno mangiati. Parliamo di quelli che contengono grassi idrogenati: margarina, dolci industriali, merendine, snack, alimenti salati, prodotti da forno industriali. Limitare, invece, in consumo di sale. Evitare il fumo e le bevande alcoliche.
Altri cibi da evitare con il colesterolo alto: i prodotti caseari (latte intero, panna, formaggi grassi e yogurt intero), salumi e insaccati, prosciutto crudo con il grasso, pancetta, carni grasse, salsiccia, cibi fritti e condimenti troppo grassi (lardo, strutto e olio di semi), burro.
Sintomi del colesterolo alto
Se si ha il colesterolo alto, come possiamo riconoscerne i sintomi? Quando si scopre di soffrirne, bisogna tenerlo sotto controllo per evitare complicanze quali l’infarto, l’ictus e la morte improvvisa. Purtroppo, però, non è facile distinguere dei veri e propri sintomi, a meno che la situazione non sia già grave. In questo caso, compaiono dei segni clinici.
Il colesterolo alto può comportare depositi in alcuni distretti, il che favorisce la formazione delle placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni, con aumento del rischio cardiovascolare. L’accumulo può interessare la cute e i tendini muscolari. Si parla di xantomi, che anche il paziente può avvertire. Quelli cutanei, inoltre, sono ben visibili.
Se il colesterolo alto non viene curato, si può incorrere come detto in complicanze gravi. Tra le altre, anche l’angina pectoris, l’infarto miocardico o cerebrale (ictus), claudicatio intermittens, ossia dolore a un arto, che passa con il riposo, ma ricomincia con l’attività. E, a lungo andare, può impedire completamente il movimento. Il dolore solitamente viene classificato all’altezza del polpaccio del paziente e ha le caratteristiche nitide di un crampo.