La bilirubina è composta in maggior parte da sostanze di scarto dell’emoglobina, presenta un colore giallastro, ed è uno dei componenti della bile. Una volta giunta nel fegato, si combina con l’acido glucoronico, andando a creare la bilirubina diretta (o ‘coniugata’), che arriva nel colon tramite la bile, luogo nel quale viene di nuovo riconvertita nella forma indiretta, per poi essere espulsa con le feci.
Prima di arrivare al fegato, tale sostanza viene definita bilirubina indiretta (o ‘non coniugata’), e deve necessariamente legarsi all’albumina per poter essere trasportata nel sangue.
Bilirubina diretta: l’esame
L’esame, che serve a misurare i libelli di bilirubina all’interno del sangue, viene normalmente prescritto insieme ad altri test, per comprendere lo stato di salute del nostro fegato.
Prima di compiere questo esame, è necessario compiere un digiuno di almeno 4 ore, in cui è possibile soltanto assumere una modica quantità d’acqua; inoltre, bisogna aver assunto una posizione eretta da almeno 30 minuti. A seconda che il medico lo ritenga necessario o meno, inoltre, esso potrà consigliarvi di interrompere momentaneamente l’assunzione di determinati farmaci, tra cui penicilline, sedativi, diuretici, oltre ad alcuni farmaci per l’asma.
Andando più nello specifico, vi sono diverse cause che possono richiedere l’esame, come ad esempio conoscere le cause dell’ittero, una patologia che tende a far ingiallire la pelle e causare gli occhi gialli; molto spesso, l’esame viene indicato per i neonati, che presentano un livello di bilirubina molto alto in maniera fisiologica: l’esame serve per togliere il dubbio che presentino tale patologia.
Altre motivazioni che spingono all’esame della bilirubina diretta sono il capire se il soggetto presenti o meno una ostruzione dei dotti biliari, oltre a monitorare altre patologie del fegato (come ad esempio l’epatite); inoltre, serve per capire se i globuli rossi vengono distrutti più velocemente rispetto alla, o anche per valutare se vi sia o meno una intossicazione da farmaco.
Bilirubina diretta: i valori normali
Prima di poter interpretare i risultati degli esami, però, serve conoscere quali siano i valori normali di bilirubina diretta nel nostro corpo, tenendo sempre conto che si tratta di dati indicativi: il valore di riferimento è compreso tra 0.0 e 0,4 mg/dl; mentre la bilirubina totale dovrebbe attestarsi tra gli 0,3 e l’1 mg/dl.
I risultati dell’esame
Di solito, un livello più bilirubina bassa nel sangue rispetto ai valori che vi abbiamo appena descritto, non deve destare alcuna preoccupazione. Viceversa, nel caso di bilirubina alta è possibile che vi siano delle lesioni, o più probabilmente delle patologie legate al nostro fegato. Nel caso di ittero, ad esempio, i valori sono particolarmente elevati (oltre i 3 mg/dl).
La bilirubina alta (anche detta iperbilirubinemia) può essere divisa in due categorie: la bilirubina diretta alta e la bilirubina indiretta alta, che variano ovviamente a seconda della causa.
Per quel che riguarda la prima, argomento di questo articolo, essa può incrementare, in sostanza, quando il fegato riesce a metabolizzare la bilirubina, ma non riesce a trasportarla alla bile affinché quest’ultima venga rimossa, creando così una stasi biliare.
Nello specifico, quindi, è frequente nei pazienti che presentano patologie di tipo epatocellulare, come nel caso di epatite virale, o anche epatite alcolica, o ancora una reazione ad uno o più farmaci utilizzati per le terapie. Anche nel caso di tumore ai dotti biliari, così come nel caso di calcoli o lesioni agli stessi, avremo un livello di bilirubina diretta alto, che darà valori alti anche nei pazienti settici.
Altre cause sono l’ostruzione delle vie biliari, a causa della presenza di calcoli o anche di patologie legate al pancreas, a loro volte dovute anche a reazioni a terapie di tipo farmacologico o all’abuso di alcol.
Infine, la bilirubina diretta alta può anche essere causata da alcune rare patologie di tipo ereditario, come le sindromi di Roton, Dubin-Johnson e Crigler-Najjar, che possono portare ad un netto aumento dei valori rispetto alla normalità.