L’esame dei valori della bilirubina indiretta indica il livello di questa sostanza in un campione di sangue. Tale sostanza è composta in maggior parte da sostanze di scarto dell’emoglobina (una proteina presente all’interno dei globuli rossi), è di colore giallastro, ed è uno dei componenti della bile. Dopo la sua produzione, essa passa attraverso il fegato e viene espulsa tramite le feci, soprattutto, e in maniera minore tramite le urine.
Nella fase precedente all’arrivo nel fegato, questa sostanza viene definita bilirubina indiretta (o ‘non coniugata’), e deve legarsi all’albumina per essere trasportata nel sangue. Una volta arrivata nel fegato, viene combinata con l’acido glucoronico, andando a creare la bilirubina diretta (o ‘coniugata’), arrivando nel colon tramite la bile, dove viene di nuovo riconvertita nella forma indiretta, per poi essere espulsa con le feci.
Bilirubina indiretta: l’esame
L’esame non richiede alcun tipo di preparazione. Esso viene prescritto insieme ad altri test, di norma, per comprendere lo stato di salute del fegato. Nel dettaglio, vi sono diverse cause che possono richiedere l’esame, come ad esempio indagare sulle cause dell’ittero, una patologia che tende ad ingiallire la parte bianca degli occhi e la pelle; molto spesso, l’esame viene indicato per i neonati.
L’esame serve anche a capire se vi sia una ostruzione dei dotti biliari o meno, monitorare altre patologie del fegato (come ad esempio l’epatite), capire se i globuli rossi vengono distrutti in maniera più veloce del normale, o anche per valutare se vi sia o meno una intossicazione da farmaco.
I valori normali
Prima di interpretare insieme i risultati degli esami, però, è bene conoscere quali siano, almeno in maniera indicativa, i valori normali. Per quel che riguarda la bilirubina indiretta, il suo livello nel sangue va da 0,1 a 1 milligrammo per ogni decilitro di sangue; per quel che concerne la bilirubina diretta, il valore di riferimento è compreso tra 0.0 e 0,4 mg/dl; mentre la bilirubina totale dovrebbe attestarsi tra gli 0,3 e l’1 mg/dl.
Bilirubina indiretta: i risultati dell’esame
Di solito, un livello più bilirubina bassa nel sangue rispetto ai valori che vi abbiamo appena descritto, non desta alcuna preoccupazione. Viceversa, nel caso di bilirubina alta è possibile che vi siano delle lesioni o anche delle patologie al nostro fegato. Nel caso di ittero, i valori sono particolarmente elevati (oltre i 3 mg/dl), ed essi indicano un problema nella zona preepatica.
L’iperbilirubinemia può essere divisa in due categorie: la bilirubina diretta alta e la bilirubina indiretta alta, che variano ovviamente a seconda della causa.
Per quel che riguarda la prima, essa è frequente nei pazienti che presentano lesioni di tipo epatocellulare, come nel caso di patologie quali epatite virale, epatite alcolica, o anche come una reazione ad uno o più farmaci. Anche nel caso di tumore ai dotti biliari, così come nel caso di calcoli o lesioni agli stessi, avremo un livello alto di questo valore, così come nei pazienti settici.
Per quel che riguarda la seconda, invece, essa è spesso presente nei neonati, ma è dovuta principalmente ad una velocità maggiore del ricambio dei globuli rossi e ad una minore attività di eliminazione della sostanza stessa. A volte, i livelli di bilirubina nel sangue possono anche arrivare a superare i 13 mg/dl.
Negli adulti, invece, la bilirubina indiretta alta può essere causata da diverse patologie, tra le quali la cirrosi, una particolare reazione alle trasfusioni di sangue, una anemia (sia di tipo emolitico che di tipo pernicioso) e la sindrome di Gilbert, della quale parleremo nel paragrafo successivo.
Bilirubina indiretta alta: la sindrome di Gilbert
La sindrome di Gilbert è una patologia benigna del fegato, molto frequente e di entità lieve. In generale, essa è associata al fatto che la bilirubina nel fegato non viene smaltita correttamente. A volte, alcuni pazienti che soffrono di questa sindrome soffrono di stanchezza e di fastidi addominali, ma più spesso si tratta di una patologia asintomatica, che risulta soltanto dopo gli esami di rito.
Si tratta di una mutazione genetica di tipo ereditario, quindi si manifesta già alla nascita, ma normalmente la sua diagnosi avviene anche a distanza di anni visto che, come detto, nei neonati il livello alto di bilirubina nel sangue è piuttosto frequente, e quindi non direttamente ricollegabile alla sindrome (non immediatamente, almeno).
Non si tratta, quindi, di una patologia grave, ma il colorito giallo che assume la pelle può causare disagio in chi ne è affetto, sia da un punto di vista sociale che da un punto di vista lavorativo. In generale, il consiglio per combatterla è quello di svolgere uno stile di vita sano e una dieta ricca e varia.
Ma è ovviamente utile anche ridurre l’esposizione ai fattori scatenanti su cui è possibile intervenire. Nello specifico, per contrastare la sindrome di Gilbert è necessario evitare disidratazione e lunghi periodi di digiuno. Ma altri fattori scatenanti da evitare sono lo stress, un sonno carente e disordinato, così come l’eccesso di esercizio fisico.