Hai dolore al collo nella zona del muscolo sternocleidomastoideo e non sai come fare? Niente paura, il dolore allo sternocleidomastoideo si può risolvere facilmente. Se il nome del muscolo ti pare difficile da ricordare, sappi che è addirittura l’abbreviazione del nome intero, che è sternocleidoccipitomastoideo. E si trova al livello del terzo mediale della clavicola e del manubrio dello sterno, per andare poi verso il processo mastoideo, ovvero la parte sporgente laterale del cranio.
Una parte delle fibre va ancora più posteriormente, arrivando all’osso occipitale (spesso responsabile del dolore alla nuca). Insomma, anatomicamente possiamo distinguere il cleidomastoideo, che dalla clavicola va alla mastoide ed è la parte più profonda e meno visibile; lo sterno-occipitale, manubrio dello sterno e che si dirige posteriormente verso l’osso occipitale; lo sterno-mastoideo.
Il muscolo però è uno solo e risponde in modo univoco ai movimenti. Per il rachide verticale, si tratta di un muscolo molto importante per l’azione che svolge. E’ poi necessario distinguere quando si attiva unilateralmente o bilateralmente. Quando si contrae soltanto da una parte inclina la testa dallo stesso lato della contrazione, estende il capo e ruota dalla parte opposta la testa; quando si contrae bilateralmente, crea un movimento che è collegato agli altri muscoli del collo perché può estendere il collo o flettere il capo.
Le cause del dolore allo sternocleidomastoideo
Siccome questo muscolo è attivo in ogni movimento che fa il nostro collo, le cause specifiche da ricercare non sono facili. Possiamo però analizzare le condizioni che possono favorire il dolore allo sternocleidomastoideo.
Iniziamo dalle posture errate: mantenere il collo per lungo tempo in una posizione non naturale crea uno squilibrio muscolo scheletrico e, nel lungo periodo, porta artrosi cervicale e disfunzioni ai dischi intervertebrali. Il muscolo va in sofferenza quando si passano molte ore al computer in ufficio, in alcuni casi vi può addirittura essere uno strappo muscolare.
Il dolore può dipendere da traumi infantili, subiti al momento della nascita. Forcipe e ventosa, utilizzati un tempo, potevano creare danno muscolare e nervoso. Non è escluso, dunque, che si trovino pazienti che dalla nascita hanno l’ipertrofia del muscolo sternocleidomastoideo generato dal torcicollo miogeno (accorciamento delle fibre muscolari con conseguente inclinazione e rotazione del collo).
Attenzione pure a quando si fa sport. Vela e clumbing costringono il rachide cervicale a stare sospeso, con il muscolo sternocleidomastoideo che si attiva per mantenere l’equilibrio. Stessa situazione per le discipline sportive che costringono a mantenere per un lungo periodo il capo ruotato. Infine, attenzione alla posizione in cui si dorme la notte, chi ha già problematiche cervicali, non dovrebbe dormire a pancia in sotto, e a eventuali traumi a carico del collo.
Diagnosi e cura
Se alla base del dolore allo sternocleidomastoideo non ci sono problemi a carico di ossa, vasi sanguigni e nervi, generalmente la diagnosi si esegue attraverso la palpazione e l’osservazione posturale del paziente in vari momenti.
Appurato che si tratta davvero di un problema a carico dello sternocleidomastoideo, il medico ti dirà di fare fisioterapia. Meglio sicuramente di antinfiammatori o antidolorifici che potrebbero avere effetto subito, ma non nel lungo periodo. Naturalmente, bisogna mettersi nelle mani di fisioterapisti preparati. Vari trattamenti sono possibili per risolvere un problema a questo muscolo e sono assolutamente complementari l’uno con l’altro.
Manipolazioni vertebrali contro il dolore allo sternocleidomastoideo
Le manipolazioni vertebrali sono tecniche delicate, ma particolarmente indicate in simili patologie. Con la tecnica giusta, si avvertiranno benefici già dopo la prima seduta. Il trattamento va comunque inglobato in una visione più ampia per riequilibrare tutti i vari segmenti corporei e riposizionarli nella posizione fisiologica.
Come funziona? Vengono eseguiti una serie di movimenti combinati, poi un piccolo movimento ad alta velocità del rachide cervicale: se eseguita correttamente, provocherà una serie di cavitazioni (il crack). Che genererà a livello neurofisiologico un reset degli stimoli dolorosi che giungono al cervello e un rilascio importante dei fattori di rilassamento muscolare.
E’ comunque altamente consigliata una seconda fase ed eseguire un ciclo di rieducazione posturale Mezieres, attraverso una dolce messa in tensione. C’è un progressivo e globale allungamento delle strutture muscolari che favoriscono non solo il riequilibrio dei muscoli, ma anche il riposizionamento articolare. Si può allungare la catena posturale posteriore e anteriore (dalla testa ai piedi).
Insomma, come avrete capito, i farmaci non servono in questo tipo di problema. E’ sufficiente fare fisioterapia e massaggi per avvertire miglioramenti, fino alla completa guarigione.