Fosfatasi alcalina bassa: da cosa dipende e valori di riferimento

Quando dai test risulta la fosfatasi alcalina bassa, non sono tantissime le patologie o le condizioni ad essa legate: ecco cosa sapere a riguardo

Fosfatasi alcalina bassa: da cosa dipende e valori di riferimento

La fosfatasi alcalina bassa si misura dopo aver eseguito un test del sangue, ed è indicativa di una serie di patologie, che hanno natura anche molto diversa tra loro.

Per fosfatasi alcalina (anche detta ALP, acronimo di “alkaline phosphatase level”) si intende un tipo di enzima che viene originati in diversi tessuti del corpo: nel midollo, nel fegato, nell’intestino, nelle ossa e nella placenta per le donne. In particolare, però, sono le ossa e il fegato ad avere questi enzimi in abbondanza, mentre le cellule intestinali, i reni e la placenta delle donne in gravidanza hanno una minore concentrazione.

Di fatto, non è possibile risalire al tipo di patologia e all’origine della fosfatasi alcalina bassa con il semplice esame di quest’ultima, ma bisognerà inviare un campione ad un laboratorio specializzato, ed incrementare il numero dei test (come vedremo al paragrafo successivo).

A titolo preliminare, però, possiamo già dire che nella maggior parte dei casi, il test della ALP si esegue per diagnosticare eventuali malattie del fegato e delle ossa, oppure per seguirne la progressione, o ancora per testare l’efficacia di un trattamento terapeutico.

Uno dei fattori 'strutturali', delle cause fisiologiche della fosfatasi alcalina bassa, è l'età avanzata del soggetto in questione, che porta ad un abbassamento dei valori

Uno dei fattori ‘strutturali’, delle cause fisiologiche della fosfatasi alcalina bassa, è l’età avanzata del soggetto in questione, che porta ad un abbassamento dei valori

Fosfatasi alcalina bassa: le cause

Rispetto alle cause della fosfatasi alcalina alta, nel caso di ALP bassa si parla di condizioni minori sia di numero che di entità, inoltre è propria di pazienti in età avanzata.

Le cause che portano a valori bassi, in sostanza, possono essere le seguenti: una condizione di anemia; uno stato temporaneo o cronico di malnutrizione; una carenza di proteine (derivante ovviamente da una dieta alimentare squilibrata); una carenza di zinco; il morbo di Wilson (causato a sua volta da un alterato metabolismo del rame); in seguito ad una trasfusione, oppure in seguito ad un intervento di bypass cardiaco.

A volte, però, se nei test incrociati risulta una fosfatasi alcalina bassa, allora essa può essere causata anche da patologie decisamente più serie e difficili da curare, come ad esempio una ipofosfatasia (cioè una rara patologia che altera il metabolismo osseo), la nefrite (problemi riguardanti i reni), l’ipotiroidismo, l’intolleranza al glutine (meglio conosciuta come celiachia), l’ipervitaminosi D (una eccessiva presenza della vitamina D, fondamentale per la buona salute delle nostre ossa quando in valori normali) e la fibrosi cistica.

I dolori relativi ai reni (la nefrite) è una delle cause e al contempo una delle possibili patologie diagnosticate nel caso in cui i valori della fosfatasi alcalina risultassero sotto i valori normali

I dolori relativi ai reni (la nefrite) è una delle cause e al contempo una delle possibili patologie diagnosticate nel caso in cui i valori della fosfatasi alcalina risultassero sotto i valori normali

Quando si esegue il test e valori normali

Di solito, il test si esegue come uno degli esami di routine per controllare la funzionalità epatica (ed è il principale in questo senso) o comunque quando il paziente presenta i tipici sintomi di un disturbo epatico, come ad esempio perdita di appetito, nausea, vomito, dolore addominale, urine scure e feci scure o ancora di un disturbo alle ossa, come il dolore alle ossa od alle articolazioni, oppure una particolare predisposizione nel paziente alle fratture.

Tramite degli esami specifici aggiuntivi, si riescono poi a distinguere le diverse componenti (gli isoenzimi) della fosfatasi alcalina, e così facendo si riesce a verificare se l’abbassamento del valore deriva da problemi al fegato oppure da disturbi alle ossa.

L’esame si esegue con un semplice prelievo di sangue periferico dalla vena di un braccio. Prima del prelievo, bisogna osservare un digiuno di 8-10 ore, ma è possibile assumere una modica quantità di acqua. Nei 3 giorni precedenti al prelievo bisogna interrompere la somministrazione di farmaci che possono interferire nel test, (ACE-inibitori, antibiotici, antiepilettici, estrogeni e i FANS, ovvero gli antinfiammatori non steroidei, ma domandate sempre al vostro medico per avere ulteriori delucidazioni a riguardo); infine, prima dell’esame bisogna essere in posizione eretta da almeno 30 minuti.

Fosfatasi alcalina: i valori normali

valori normali variano in base all’età: per i bambini fino ad all’anno di età, i valori normali oscillano tra 110 e 700 U/l (unità enzimatiche per litro di sangue); per i bambini da 1 a 10 anni, da 110 a 550 U/l; per i ragazzi dai 10 ai 15 anni, da 130 a 700 U/l; per gli adulti, invece, i valori normali sono tra i 50 e i 220 U/l.

Tra le cause e le patologie diagnosticate vi è anche l'anemia, a sua volta derivante anche da una dieta carente di ferro

Tra le cause e le patologie diagnosticate vi è anche l’anemia, a sua volta derivante anche da una dieta carente di ferro

Fosfatasi alcalina bassa: i risultati del test

Di solito, come già detto in precedenza, questo test viene accompagnato ad altri esami, come la bilirubina, la transaminasi AST e ALT, soprattutto se si desidera valutare la funzionalità epatica del nostro organismo. Sarà il medico che, dopo aver analizzato la storia clinica del paziente e la sintomatologia presente, valuterà caso per caso il da farsi.

Come detto, in caso di fosfatasi alcalina bassa si può incorrere sostanzialmente in patologie relative al sangue (anemia), alla patologia legata all’intolleranza al glutine (la celiachia), fino ad arrivare a dei problemi renali (nefrite), oltre che ad una bassa funzionalità della ghiandola tiroidea (ipotiroidismo).

Ricordiamo, inoltre, che anche la dieta alimentare può portare ad una diminuzione dei valori della ALP, in particolare quando essa è povera di proteine, o comunque vi è un basso apporto di grassi o anche un eccessivo apporto di calcio e di vitamina D, questi ultimi due indispensabili per la salute delle nostre ossa; in questi ultimi casi, ovviamente, si tratta di situazioni facilmente risolvibili.

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