Quando sentiamo parlare di metodi di autoguarigione, non sempre la nostra predisposizione all’ascolto è elevatissima: alcuni voli pindarici della cosiddetta “medicina alternativa”, unitamente ad improbabili tecniche taumaturgiche provenienti dalle regioni più disparate del pianeta, hanno reso molte persone scettiche riguardo all’utilizzo di metodi di cura differenti rispetto a quelli tradizionali. Ma il taping elastico (o taping kinesiologico) ha rappresentano una vera e propria rivoluzione in campo medico e sportivo, riuscendo ad acquisire sempre più consensi fino a diventare oggi irrinunciabile per moltissimi sportivi di alto livello.
Ma cos’è di preciso il taping elastico, com’è nato e come è arrivato ad essere uno dei metodi di autoguarigione preferiti dai fisioterapisti di tutto il mondo? Tutto ebbe inizio nel 1973, quando il celebre chiropratico giapponese Kenzo Kase, specializzatosi presso la rinomata National University of Health Sciences di Chicago, riuscì a mettere a punto un’innovativa metodologia di trattamento per la cura dei traumi non invasiva e non farmacologica, basata sui principi della kinesiologia.
Tuttavia all’epoca, come molti altri pionieri, il metodo del dottor Kase era ancora visto con scetticismo dalla comunità medica. Fu infatti solo 15 anni più tardi che avvenne il boom vero e proprio: il taping elastico venne utilizzato per migliorare le prestazioni degli atleti della spedizione asiatica in occasione delle Olimpiadi di Seul del 1988; da allora l’ascesa è stata continua ed inarrestabile fino ai giorni nostri.
Taping elastico: cos’è e come funziona?
Il concetto alla base del funzionamento del taping elastico consiste nell’applicare un bendaggio con un nastro elastico comprendente uno strato di cotone dello spessore di pochi millimetri, cosparso di adesivo privo di lattice. L’obiettivo di questo bendaggio è quello di creare degli spazi tra i tessuti che vadano a stimolare il naturale metabolismo cellulare, in maniera tale da potenziare le capacità di autoguarigione del nostro stesso organismo. In altre parole, facendo un parallelismo con la medicina occidentale, è come se per guarire da una determinata patologia non utilizzassimo un medicinale specifico per contrastare la malattia, ma decidessimo piuttosto di stimolare il nostro stesso sistema immunitario affinché sia esso a risolvere il problema.
Il taping elastico permette infatti di migliorare il drenaggio linfatico potenziando la vascolarizzazione, in questo modo i tessuti danneggiati ricevono maggiore nutrimento e, di conseguenza, ottengono una capacità di guarigione migliore. Per gli stessi principi, su un tessuto sano l’effetto che si ottiene è quello di un miglioramento della performance dovuto proprio ad una maggiore vascolarizzazione che si traduce – per farla breve – in più energia.
Taping elastico: e se non sei uno sportivo?
Sebbene il taping elastico abbia ottenuto grandi consensi specificamente in relazione al trattamento di eventi traumatici occorsi ad atleti professionisti, nel corso degli anni le tecniche di Kenzo Kase sono state adottate ed affinate da svariati specialisti in tutto il mondo, tra i quali il fondatore dell’Associazione Italiana Taping Kiensiologico e sviluppatore della metodologia Taping Kinesiologico Rosario Di Bellia.
Di Bellia ed i suoi colleghi hanno provveduto a far evolvere il kinesio taping (altro nome con il quale è conosciuta questa metodologia di intervento) fino a renderlo oggi un trattamento oramai comunemente adottato per la stimolazione dei propriocettori articolari: proprio mediante l’attivazione di questi organi di controllo del movimento è possibile ridurre le contratture muscolari, considerate tra le tipologie di infortunio più diffuse sia nello sport professionistico che nelle discipline amatoriali (ricordiamo sempre l’importanza dello stretching pre e post allenamento per la riduzione del rischio di infortuni), così come anche nella vita di tutti i giorni (basta sollevare un peso in maniera sbagliata o eseguire un movimento azzardato per incorrere in una dolorosa e fastidiosissima contrattura).
Per queste ragioni è possibile usare il taping elastico per la cervicale (la cosiddetta cervicale infiammata è una problematica molto comune al giorno d’oggi) e per altre problematiche comuni che non riguardano direttamente l’ambito sportivo. In aggiunta a tutto ciò, l’aumentata funzione circolatoria dei distretti interessati dal bendaggio permette una rimozione più veloce dell’edema creatosi in seguito al trauma; anche per questo motivo interventi come il taping elastico per il ginocchio o il taping elastico per la spalla (due articolazioni spesso soggette a traumi di vario genere) sono oramai diventati all’ordine del giorno.
Tra i vari benefici del trattamento di autoguarigione tramite il taping elastico non possiamo poi dimenticare i benefici che esso comporta nell’allineamento delle articolazioni, una questione molto delicata (specialmente proprio quando si parla della spalla per via della temutissima cuffia dei rotatori, naturalmente soggetta ad eventi di dislocazione proprio per via della sua elevatissima mobilità) che può avere importanti ripercussioni sulla postura di tutto il corpo.
Possiamo dunque concludere che dall’epoca della sua ideazione avvenuta ben quarantacinque anni or sono, il taping elastico si sia costantemente evoluto grazie ai seguaci di Kenzo Kase fino a diventare oggi una metodologia di intervento standard per i fisioterapisti di tutto il mondo, basata sul concetto di omeostasi ed utile sia per il miglioramento delle prestazioni degli atleti di alto livello, sia per il trattamento di traumi muscolari, articolari ed osteoarticolari che possono occorrere anche a chi conduce una vita sedentaria.
Taping elastico: costo
Ad oggi esistono molti enti che promuovono corsi di taping elastico i cui prezzi oscillano tra i 200 ed i 300 euro in media. Questi corsi sono diretti a coloro che vogliono imparare i principi base della metodologia del taping kinesiologico, mentre invece il costo dei singoli cerotti si aggira in media dai 9 ai 30 euro. Per quel che riguarda invece i costi relativi all’applicazione del taping, questi ultimi possono variare anche significativamente a seconda dello specialista di riferimento.