Sono tra i più amati dai giovani, soprattutto per quel che riguarda il pubblico maschile: i tatuaggi polinesiani. Nella nostra cultura, infatti, questi speciali tattoo danno un senso di forte virilità, grazie alle particolari forme geometriche e alle grandi dimensioni. Hanno una fortissima connotazione originaria che, nel momento in cui è stata importata da culture altre, ha perso progressivamente il suo valore. Ma non del tutto.
Ovviamente, non tutti sono insensibili a questa tipologia di tematica, soprattutto i ‘non occasionali’, ovvero gli amanti veri dei tatuaggi, coloro i quali prima di farseli ne studiano la storia, le origini e i significati. Ebbene, è proprio a questa ‘categoria di tatuati’ che è principalmente rivolto quest’articolo, che cercherà di aiutarvi a superare ogni dubbio.
Tatuaggi polinesiani: storia e origini
Connotato geograficamente, il tatuaggio polinesiano parte da una leggenda locale, secondo la quale il Dio della creazione Ta’aroa avrebbe insegnato ai suoi due figli la nobile arte di tatuare. E’ proprio questa origine, in sostanza, il motivo per il quale questa tipologia di tattoo viene considerata sacra dalla cultura polinesiana, e non è un caso che, di solito, nel momento in cui un membro della società si sottoponeva al tatuaggio, in contemporanea esso effettuava anche un rituale religioso.
Per quel che riguarda la tecnica dei tattoo polinesiani, che ancora oggi vengono effettuati dai ‘maestri’ di questa arte, ebbene, si tratta di una tecnica particolarmente dolorosa. All’origine, non essendoci mezzi moderni, ci si adattava con quel che si trovava: guscio di tartaruga, ossa di uccello e bambù.
Quando ci si doveva tatuare, ci si preparava proprio come se fosse un intervento chirurgico. Si effettuavano innanzitutto dei tagli sulle parti del corpo che dovevano contenere il liquido nero dell’inchiostro, e tali incisioni erano parte integrante del rituale, dimostrando il coraggio del membro della società, il quale più tatuaggi aveva e più era rispettato agli occhi degli altri.
Quali sono i tattoo polinesiani
Le due macrocategorie dei tatuaggi polinesiani sono le seguenti: Enata e Etua. Per quel che riguarda la prima, si tratta di disegni che danno informazioni su luogo di nascita, stato sociale e obiettivi raggiunti nella vita; la seconda, invece, racchiude maggiormente la spiritualità del soggetto, richiamando principalmente a simboli di tipo religioso, o che comunque avevano la funzione di proteggere l’individuo che li indossava dagli spiriti maligni.
All’interno dei tatuaggi polinesiani, la categoria più conosciuta è senza dubbio quella dei tatuaggi Maori. Si tratta di simboli particolarmente legati alla cultura di appartenenza, disegnati per segnare il passaggio dell’individuo dall’età infantile a quella adulta, ma questi tattoo proseguivano fino al momento della morte.
Erano (e sono tuttora) di grandissime dimensioni, e anzi la loro grandezza doveva essere proporzionale al terrore che volevano incutere al nemico. A differenza di quello polinesiano propriamente detto, il momento del tatuaggio non era associato a rituali di canti e danze, e la tecnica era molto diversa, essendo i tattoo Maori effettuati con un ago molto spesso, simile ad uno scalpello (e utilizzato alla stessa maniera), per far penetrare l’inchiostro in profondità.
Altra categoria associata ai polinesiani, meno famosa di quella dei Maori, è quella dei tatuaggi hawaiani: non era un rituale sociale, ma una espressione individuale del proprio io: a ben vedere, è quello che più si avvicina al tatuaggio moderno, in questo senso. Tutti hanno un grande elemento che li accomuna: il mare, essendo tutte delle isole.
Tatuaggi polinesiani: significato dei simboli
Come visto nel paragrafo precedente, i tatuaggi polinesiani in realtà comprendono diverse culture al loro interno, e i disegni ovviamente risentono di queste fondamentali differenze.
Sono molto di moda i bracciali su braccio e avambraccio. Si tratta di figure geometriche molto precise, in cui ogni singola figura rappresenta un avvenimento della propria vita. Nel mondo occidentale moderno, ovviamente, il suo fascino risiede nell’armonia delle figure, e il significato si è sostanzialmente perso.
Una figura che unisce armonia delle forme e significato profondo è il cosiddetto sole Maori, uno dei simboli più suggestivi della cultura polinesiana. In questa cultura, ma in parte anche nella nostra, il sole è simbolo di rinascita, ma anche della ciclicità della vita.
Un punto di contatto tra tatuaggi maori e quelli hawaiani è invece il simbolo della tartaruga, che simboleggiano salute, fertilità, pace, riposo, e tanti altri ancora. Nella cultura polinesiana, però, il principale motivo per cui questa figura veniva tatuata sul corpo degli individui era la credenza secondo la quale questo animale riuscisse a muoversi tra il mondo dei vivi e quello dei morti; esso, quindi, rappresenta il ricongiungimento con i nostri affetti che non ci sono più.
Molto utilizzato è anche il simbolo del geco o della lucertola, che nella nostra cultura è simbolo di fortuna. Per il popolo polinesiano, invece, il geco era il contatto tra il mondo terreno e quello degli dei, mentre la lucertola rappresenta il simbolo del superamento delle difficoltà, del riuscire a superare gli ostacoli della vita.