L’ecografia pelvica è un esame che serve per poter studiare gli organi e in generale l’area addominale inferiore. Nell’uomo, tramite questa ecografia possono essere analizzati vescica, retto, sigma, prostata, dotti deferenti e vescichette seminali.
Essa è basata sull’emissione di ultrasuoni che, tramite il riflesso ottenuto dal passaggio nei vari tessuti che attraversa, permettono la ricostruzione di immagini che, a loro volta, consentono di individuare eventuali alterazioni. Nel concreto, viene utilizzata una sonda appoggiata sulla cute (in corrispondenza dell’area interessata) e, con l’ausilio di un gel trasparente, la sonda viene fatta scivolare sulla superficie cutanea. Il segnale viene spedito ad un elaboratore, che ricostruisce le immagini su di un monitor collocato nelle immediate vicinanze.
Si tratta di un esame particolarmente utilizzato per l’individuazioni di tumori poiché il tessuto tumorale, di norma, ha una densità molto diversa rispetto al tessuto sano. Le informazioni raccolte riguardano la struttura, la posizione e le dimensioni dell’eventuale massa tumorale, ma occorrono sempre altri esami integrativi, più specifici e mirati, prima di diagnosticare il cancro.
Ricordiamo che l’ecografia pelvica non è un esame invasivo, e non prevede l’uso di radiazioni né l’iniezione di sostanze radioattive. Si ritiene che l’utilizzo degli ultrasuoni, infatti, non abbia alcun effetto dannoso sull’organismo.
Ricapitolando, quindi, l’ecografia ha il vantaggio di: contribuire ad identificare numerosi disturbi relativi all’apparato urinario e a quello riproduttivo; riuscire a fornire un’immagine chiara dei tessuti molli; non utilizzare radiazioni ionizzanti; fornire immagini in tempo reale, guidando anche procedure minimamente invasive come ad esempio le biopsie.
Tra gli svantaggi, o sarebbe meglio dire tra le limitazioni, ricordiamo che questa ecografia non può essere utilizzata per studiare strutture ricoperte da ossa o da gas. Inoltre, la sua efficacia è determinata anche dalla competenza del medico: è importante, quindi, che si vada da medici radiologi di comprovata bravura. Infine, come vedremo in seguito, questa ecografia ha più difficoltà ad essere fatta nei pazienti in sovrappeso.
Ecografia pelvica: quando si esegue e perché
Come già anticipato, lo scopo di questa ecografia è quello di studiare la morfologia degli organi dell’area addominale inferiore, allo scopo di evidenziare o individuare eventuali masse atipiche (come i tumori), cisti, versamenti, corpi estranei o malformazioni. Essa viene anche utilizzata durante la biopsia o durante il drenaggio di fluidi da una cisti, per ‘guidare’ la mano del medico.
La sua funzione principale, comunque, è quella di individuare delle masse anomale. Se effettuata tempestivamente, può essere la premessa di una terapia efficace contro la patologia evidenziata, per cui si tratta di un esame di cruciale importanza, anche considerando il gran numero di informazioni che riesce ad individuare, anche riguardo la natura (benigna o maligna) delle eventuali masse tumorali.
Ma le masse tumorali non sono le uniche patologie che l’ecografia pelvica riesce ad evidenziare, come ad esempio quelle che riguardano l’apparato sessuale o l’apparato urinario, oltre a quelle inerenti a tutte le altre strutture che si trovano nella zona inferiore dell’addome.
Le possibili applicazioni
Comunemente, questo esame viene utilizzato per monitorare e valutare il trattamento delle patologie legate alle seguenti aree: per quel che riguarda il tratto urinario, riesce ad individuare ostruzioni (calcoli, principalmente) o altre anomalie riguardanti vescica e uretra, come ad esempio i disturbi della minzione.
Per quel che riguarda gli organi riproduttivi, invece, può evidenziare il PID (la malattia infiammatoria pelvica) e in generale diversi tipi di infiammazione o di infezione, oltre alla ipertrofia prostatica benigna. Ma questo esame serve anche per studiare il colon o l’appendice, mentre nei pazienti adulti di solito è eseguito dal radiologo o dall’urologo per studiare la volumetria prostatica o la capacità di svuotamento vescicale.
Ecografia pelvica: come si esegue
Prima di cominciare con l’ecografia, il soggetto viene fatto sdraiare a pancia in su e invitato a scoprire la zona interessata. Per quel che riguarda la procedura sovrapubica (quella esterna), il medico farà scorrere la sonda direttamente sulla superficie corporea, dopo aver applicato un gel denso e trasparente.
Avviene quindi una trasmissione degli ultrasuoni emessi dalla sonda che vengono captati dal dispositivo e spediti ad un elaboratore. Quest’ultimo, poi, invia le informazioni ricevute ad un monitor collocato vicino alla postazione del medico, sotto forma di immagini, così da poter visualizzare tutte le informazioni necessarie e consigliare al paziente accertamenti più approfonditi.
Vi è poi una particolare tipologia di ecografia, quella pelvica interna, che prevede l’introduzione di una sonda all’interno del canale rettale. Questo avviene nel caso in cui sia necessaria una migliore valutazione di alcune parti del corpo, come ad esempio della prostata. Sono sonde particolarmente efficaci e precise, proprio a causa della vicinanza del dispositivo ecografico agli organi interessati.
Preparazione, controindicazioni e rischi
Ricordate che, prima di sottoporvi all’ecografia pelvica, dovete avere la vescica piena, per cui bevete all’incirca mezzo litro di acqua non gassata, almeno un paio d’ore prima dell’esame. Non vi sono rischi di complicanze dopo l’esame, anzi la maggior parte dei soggetti possono riprendere le loro normali attività una volta usciti dallo studio del medico.
Vi sono, però, alcuni fattori che possono interferire con la qualità delle immagini mandate al monitor. Ad esempio, è il caso dei pazienti che hanno una obesità grave, o ancora quelli che hanno una ritenzione di bario all’interno dell’intestino crasso; ancora, anche la presenza di gas intestinali può infierire, così come un riempimento inadeguato della vescica, che capita se non seguite il consiglio che vi abbiamo dato a inizio paragrafo. Ultima difficoltà che può riscontrare l’operatore è relativa alle persone che, in passato, sono state sottoposte a interventi di chirurgia addominale.
Analisi dei risultati
Dopo aver effettuato l’ecografia, il radiologo dopo aver analizzato le immagini manderà un rapporto firmato al medico che ha richiesto l’esame per voi. E’ da quest’ultimo, quindi, che discuterete dei risultati degli esami e con cui eventualmente programmerete, in base alla condizione riscontrata, degli eventuali ulteriori accertamenti per avere un quadro clinico più definito. Anche se, c’è da specificarlo, l’ecografia pelvica può anche essere utilizzata per monitorare un’anomalia già nota e per seguirne lo sviluppo.