Morso o puntura di zecca: attenzione, soprattutto in primavera ed estate, le due stagioni più a rischio così come per le punture delle pulci. Purtroppo, pure in Italia il fenomeno è in crescita perché questi insetti stanno aumentando a causa della presenza di numerosi terreni non più coltivati.
Al giorno d’oggi, sono due le malattie conosciute e passate direttamente dalla zecca all’uomo, in Europa. Sono entrambe gravi: una porta con sé il virus TBE (Tick-Borne Encephalitis), l’altra la borreliosi, detta anche malattia di Lyme. Se della prima si sa che può causare l’encefalite, malattia che si può prevenire grazie a un vaccino, per quanto riguarda la seconda si può fare ricorso a una terapia a base di antibiotici.
Fino a pochi anni fa, però, la malattia di Lyme in Italia era poco conosciuta ed era difficile accorgersi di averla contratta, se non in un secondo momento quando ormai i sintomi e la malattia erano progrediti. Oggi si hanno sicuramente più mezzi per affrontarla.
I sintomi della puntura di zecca
Chi viene infettato dalla TBE, nel 25 per cento dei casi riporta sintomi comuni all’influenza. A volte si arriva pure alle convulsioni e alla paralisi. La maggioranza, però, vede svanire spontaneamente il virus. Un terzo, purtroppo, subisce complicazioni gravi. Attenzione a non scambiare la puntura di zecca per una forte influenza, come lascerebbero pensare la febbre, i dolori muscolari e delle articolazioni, il mal di gola, il forte mal di testa e una stanchezza diffusa.
Non è difficile fare confusione perché questi sintomi poi scompaiono. Quando si pensa dunque di aver risolto, ecco che arrivano altre problematiche più serie. Solitamente nel giro di 8 – 20 giorni. Il sistema nervoso centrale viene toccato direttamente e allora può scatenarsi l’encefalite vera e propria come la paralisi cosiddetta flaccida. Non c’è cura specifica, ma una terapia di supporto per i vari sintomi. L’encefalite può a sua volta diventare meningoencefalite, il ricovero in ospedale sarà in questo caso obbligatoria.
Con la borreliosi, sicuramente più comune del virus TBE, i sintomi sono diversi. Si va dalle artriti ai disturbi ai nervi, dai problemi al cuore agli eritemi. Non è necessario iniziare la terapia con antibiotico se non ci sono sintomi dell’infezione, e parliamo di chi è maggiormente a rischio della puntura di zecca, ossia boy scout, escursionisti di montagna, cercatori di funghi, guardie forestali e chi va a caccia. Il rischio di essere morsi è del 5 per cento. Siccome, però, per 7 persone su 10, il morso di zecca è indolore, si fa fatica a individuare l’accaduto. È però necessaria una diagnosi precoce per poter iniziare a somministrare l’antibiotico.
Solitamente, dunque, il medico si basa proprio sui sintomi per prescrivere la cura. Se l’eritema migrante (lesione sulla pelle, che diventa rossa e che si amplia con il passare dei giorni) e i sintomi simili all’influenza sono quelli precoci, quelli tardivi sono artrite, polineurite, meningite e battiti del cuore irregolari.
Antibiotici e i farmaci da prendere
Prima ci si accorge della malattia di Lyme, meglio è. In questi casi, infatti, è sufficiente una terapia antibiotica a base di Amoxicillina (da una a tre settimane), a meno che non si sappia di essere allergici alla sostanza. In questi casi, si può dare penicillina o eritromicina.
Se però, la diagnosi è tardiva e la situazione è dunque più grave, all’antibiotico bisogna aggiungere i corticosteroidi. Doxiciclina e Ceftriaxone sono gli antibiotici che vengono solitamente utilizzati.
I consigli per evitare la puntura di zecca
Come fare per ridurre al minimo la possibilità di essere punti da una zecca? Quando ci si avventura nei boschi, bisogna fare il possibile per non toccare arbusti e cespugli. Meglio dunque non sedersi direttamente sulla terra. Quando si torna dopo l’escursione, fare un controllo accurato per vedere se alla pelle ci sono attaccate zecche. Se ci sono, bisogna toglierle immediatamente servendosi di una pinzetta.
Siccome le zecche sono molto comuni sugli animali domestici, è bene controllare periodicamente il loro pelo e utilizzare sostanze repellenti che tengono lontane le zecche dai nostri amici a quattro zampe. Sulle zecche sono in corso continui studi da parte delle autorità sanitarie per saperne sempre di più. Il che dovrebbe facilitare l’uso delle terapie per l’uomo.